Dicono che i siciliani siano permalosi, che se la prendano per un nonnulla. Lo dicono, ovviamente, dalla pianura padana in sù. Magari sarà anche vero, ma con tutto l’atteggiamento british possibile, come non chiamare a raccolta i santi di prossimità all’ennesima domenica in cui nella famigerata autostrada Palermo – Catania trovi il cartello di lavori in corso?
LAVORI IN CORSO
Badate bene, di domenica, lavori in corso significa strozzatura punto e basta. Perché di men at work non ce n’era l’ombra. Proprio nell’unico giorno in cui le carreggiate dovrebbero essere ben libere per favorire il transito di quello che, con una parola alla moda, chiamiamo turismo di prossimità. Anche se dura un giorno o poche ore. Da Palermo in direzione Catania, i primi 50 chilometri sono una sequela di paesi a vocazione turistica e sedi di case di villeggiatura.
ECONOMIA E TURISMO
Inaccettabile, specie in un momento in cui diventa prioritario dare una scossa all’economia diretta e all’indotto del turismo, accettare che ancora una volta il siciliano non abbia quel minimo garantito in termini di qualità dei servizi. Quel pezzo di autostrada sembra figlio di nessuno. Anzi, sembra figlio di un sadico che si diverte a imporre la propria legge di tortura, una sorta di ius primae noctis incentrata sul sopruso, puntuale e infinita.
CODE E BOLGIA
Le code di chilometri già dalle prime ore del mattino, ogni svincolo una bolgia, chissà a qualcuno venisse in mente di suggerire di percorrere strade alternative come la statale 113. Non è che si vuole a tutti i costi aizzare alla guerra nord sud, però quanto pensate che potrebbe durare una situazione del genere a Brescia o a Monza? Poche ore, ve lo garantiamo. E una volta soltanto, che alla seconda le istituzioni tutte, compatte e senza differenza di bandiera, sarebbero sotto gli uffici dell’Anas a montare il casino dei casini. Ciò che nel gergo più aulico si dice tutela dei diritti dei cittadini.
LA TRAVE DI ALTAN
Qui da noi succede ogni anno, senza un alcun sindaco alzi la voce, senza che la Regione o l’Anci organizzi una mobilitazione, senza che nessuna associazione di consumatori avanzi una denuncia. Passivi sino alla morte civile. Ma sì, teniamoci le file in autostrada, consoliamoci con la bella vista sul mare, approfittiamone per cantare in macchina con i nostri bimbi o per giocare a nomi, cose, fiori e città. Recuperiamo quella bella parte di noi che il logorio della vita quotidiana ci ha ampiamente tolto, restiamo calmi e riflessivi. Tanto, come direbbe Altan, la trave il buco da cui entrare lo trova sempre.