Raffaele Caiazzo, il suocero dei cognati uccisi a Sant’Antimo, resta in carcere. L’assassino si era costituito dopo 5 ore gli omicidi del marito della figlia, Luigi Cammisa, di 29 anni, e della moglie del figlio, Maria Brigida Pesacane, di 24. Intanto dall’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa nei confronti del 44enne casertano, emergono particolari sconcertanti. Nel provvedimento viene riportata la testimonianza di Alfonso, figlio di Caiazzo e marito di Maria Brigida Pisacane. Il ragazzo, 24 anni, ripercorre quei tragici momenti di giovedì mattina, quando nel giro di pochi minuti sono stati ammazzati il cognato, il 29enne Luigi Cammisa, e subito dopo la moglie.
Il giovane era uscito di casa per andare a lavorare quando la madre lo aveva chiamato per dirgli che Luigi era stato appena ucciso. Lui era quindi andato in piazzetta Sant’Antonio, dove c’era ancora a terra il corpo del cognato crivellato da 7 proiettili. Sospettando che potesse accadere qualcosa di simile anche alla moglie, per proteggerla ha telefonato per dirle di chiudersi dentro e di non aprire a nessuno,. Però era già troppo tardi. Quando è tornato a casa aveva trovato il corpo esanime della moglie, uccisa con 5 colpi. Aveva anche temuto per la sorte dei due figli piccoli, di 2 e 4 anni, che non erano nell’appartamento. Poi aveva poi scoperto che erano stati prelevati dai vicini di casa che avevano sentito gli spari.
Alfonso Caiazzo ha spiegato anche che da tempo il padre era convinto che tra sua moglie ed il cognato ci fosse una relazione extraconiugale. E ha anche raccontato che poco tempo prima nel corso di una cerimonia in un ristorante, il genitore aveva fatto una scenata di gelosia quando un parente si era avvicinato a sua moglie, Maria Brigida. Il giovane ritiene che il padre si fosse invaghito della nuora. Al punto che gli aveva confidato di avere avuto un rapporto sessuale con lei. Anche l’altra figlia di Caiazzo ha sostenuto che da qualche mese c’era il sospetto che il padre provasse questa attrazione per la cognata. Il giorno prima della tragedia c’era stato un chiarimento: il padre aveva ritrattato la sua relazione con la ragazza, ma era rimasto irremovibile nella sua convinzione che genero e nuora fossero amanti.