Un volo di colombe e l’Ave Maria di Schubert per l’ultimo addio a Piera

Una folla composta ha partecipato ai funerali di Piera Napoli. Tante lacrime, abbracci, e alla fine applausi e un volo di colombe bianche

L’ultimo saluto a Piera Napoli l’hanno dato un centinaio di parenti e amici. Rispettosi delle regole e delle distanze si sono riuniti nella chiesa di San Curato d’Ars, a Falsomiele. Lontano dalla casa dove questa donna sfortunata è vissuta ed è morta, colpevole solo di cercare l’amore. Don Sergio Mattaliano, nella sua omelia, nel ricordare che funerali si stavano svolgendo in una comunità territoriale che non era quella di Piera, ha parlato di lei ricordandola come una ragazza splendida, amante della vita e, soprattutto, ha detto, una persona corretta. Ha anche provato a consolare i genitori. Ha detto che è innaturale per una madre vedere una figlia morire, perché la natura ci dice che solitamente sono i figli che accompagnano i genitori verso l’altra vita.

L’AVE MARIA, I PALLONCINI E I COLOMBI

È stata una cerimonnia sobria e composta, solo dolore e lacrime attorno al feretro. E i carabinieri che stazionavano all’esterno per scongiurare eventuali tensioni, sono rimasti inoperosi. Alla fine della cerimonia, l’Ave Maria di Schubert cantata da un’amica ha accompagnato amici e parenti che, come improvvisando una processione silenziosa, si sono avvicinati alla bara per mandare un ultimo bacio a Piera. Un lungo applauso ha accompagnato il feretro verso l’uscita, dove è stato accolto da un volo di colombe bianche e dai palloncini lanciati da amici. Poi il corteo si è diretto verso Sant’Orsola.

ADESSO LA PAROLA PASSA ALLA GIUSTIZIA

Si è conclusa così la vita di Piera Napoli, spezzata da una cieca gelosia che le aveva reso difficile gli ultimi mesi di vita. Forse avrebbe dovuto dare seguito alla denuncia che aveva fatto quando, al culmine di una ennesima scenata, aveva chiamato la polizia. Il marito intanto continua a parlare di raptus, ma tutto sembra indirizzato a fare orientare la Procura verso la premeditazione. A Baglione vengono contestati i futili motivi, la crudeltà, e l’avere aggredito la moglie «mentre si trovava in condizioni di minorata difesa». Di certo queste sono interpretazioni sostanziali in un aula di giustizia, ma che non ridaranno più la vita a questa giovane mamma che ha concluso il suo ciclo terreno così prematuramente e tragicamente.