In tempi di crisi economica, assistere alla chiusura delle saracinesche delle più disparate attività commerciali è ormai divenuta una triste consuetudine. A farne le spese, su tutti, sono gli imprenditori locali, quelli che alle spalle mancano dell’appoggio di un franchising affermato, o che, a causa dell’apertura di centri commerciali (seppur in minor misura anch’essi comunque non del tutto esenti da difficoltà) faticano da matti a sostenere la concorrenza. Insomma, le multinazionali che divorano i negozi dei grandi come dei medi e piccoli centri rappresentano una delle realtà del nuovo millennio. A tal proposito, intervistato da Palermo Live, ci racconta la sua storia l’imprenditore palermitano Daniele Arena.
“Per quello che è il mio modo di vedere la vita, credo che sia di fondamentale importanza, se non decisivo, osservare con spirito analitico i mercati presso i quali un imprenditore si appresta ad operare. Credo in buona sostanza che non sia del tutto corretto addossare la colpa dei propri fallimenti agli altri. Credo piuttosto che un buon imprenditore debba cercare sempre di saper leggere quello che è il mercato attuale e guidare la propria impresa proprio in tal senso. Mi viene da pensare a tutti quelli che si lamentano di Amazon. Si è vero, è come trovarsi al cospetto di una balena che mangia tutti i pesci più piccoli, però oggi hai anche la possibilità di informatizzare e di creare ad esempio un tuo e-commerce, in modo da approcciarti nella maniera ideale a quello che è il mercato on line. Bisogna sapersi adattare ai tempi, senza rimanere ancorato a tecniche di vendita ormai obsolete e fuori dal mercato. Nel nostro caso ad esempio, il sistema delle consegne a domicilio, sfruttando le piattaforme di Food delivery si è rivelato molto prezioso. Tutto questo, c’è da dire, al netto delle difficoltà contro cui in Italia si scontra qualsiasi imprenditore armato di buona volontà, dovute innanzitutto alla troppo opprimente tassazione e a un macchinoso e sfiancante sistema burocratico relativo alle concessioni delle licenze per aprire un’attività”.
AVANTI SENZA TIMORE
A parlare, con cognizione di causa è Daniele Arena, imprenditore palermitano che, dal 2017, con il suo Chiky Fries (dotato anche di corsia drive) delizia i palati dei concittadini ma non solo, servendo loro squisite varietà di pollo fritto, patatine fritte ma non solo. Una saggezza, la sua, che nasce da lontano, precisamente da una gavetta fatta nel mondo del food in Germania, esperienza utile per acquisire quella mentalità vincente che, oggi, gli permette di non temere più di tanto l’imminente sbarco, nella sua Palermo, della Kentucky Friend Chichen, ammiraglia del settore. “E’ stato nel corso dei due anni trascorsi nel nord Europa che ho maturato la passione per il meccanismo della ristorazione veloce – rivela nel corso di un’intervista a Palermo Live. In Germania prima ho lavorato presso alcuni ristoranti, poi proprio presso un fast food di pollo fritto tedesco. Da lì l’idea di investire nel settore proprio a Palermo, città ancora sprovvista di esercizi commerciali affini.” Una sorta di esempio virtuoso quello di Daniele, caratterizzato da costanza dedizione e voglia di farcela nonostante la negativa incassata proprio dal KFC.“Li contattai per capire se ci potevano essere le basi per una collaborazione, ma mi fu risposto che avevano già un imprenditore con il quale stavano facendo progetti a carattere nazionale e che, considerato il periodo non erano comunque interessati a investire nel sud Italia”. Quello che poteva costituire un colpo da Ko per le ambizioni di chicchessia non lo fu per lui, che dopo un confronto con la famiglia e con il cognato, anch’esso lavoratore nel mondo della ristorazione prese la decisione “di registrare un marchio tutto nostro, per l’appunto il Chiky Fries.“
LA FIONDA DI DAVIDE PER ABBATTERE GOLIA SI CHIAMA DIVERSIFICAZIONE
Da lì iniziò la grande avventura, fatta di progetti della filiera produttiva, di ricette, della modalità operativa e del protocollo inerente la lavorazione. “Bisogna considerare che noi facciamo tutto dall’interno. Ci arriva un prodotto italiano che è il pollo Aia, lo lavoriamo, lo macelliamo, lo mariniamo e con le varie ricette lo andiamo infine a cucinare“. Ma siccome la vita è spesso fatta di discorsi lasciati a metà, ciò che in maniera lungimirante aveva immaginato Daniele Arena, puntualmente avvenne.“Che il Colonnello Sanders sarebbe prima o poi sbarcato a Palermo lo avevo previsto fin dal 2017, quando nacque la nostra attività. Un colosso del genere difficilmente si sarebbe fatto sfuggire l’occasione di aprire un suo punto vendita in un’area metropolitana come la nostra. Proprio per questo, fin da subito ho cercato di dare servizi aggiuntivi rispetto a quelli che offre KFC, quali, possedendo all’interno del mio locale un laboratorio separato, l’aggiunta della varietà senza glutine per tutti i prodotti presenti nel mio menu, certificati da AIC (Associazione Italiana Celiachia ndr). Ma non solo, perchè fin da subito ho voluto fornire il mio locale di servizi per la famiglia quali il parcheggio interno, il parco giochi e lo Sky bar per gli appassionati di sport, servizio quest’ultimo non presente presso i fast food.” Una sorta di Davide contro Golia, laddove la fionda del primo è costituita proprio dai cosiddetti servizi aggiuntivi citati, “che ci permettono di non soccombere, in quanto se avessimo pensato di tenere testa al KFC soltanto sul piano del prodotto primario è chiaro che saremmo andati incontro a qualche problema. E comunque – conclude il titolare di Chicky Fries – l‘avvento di cotanta concorrenza non potrà che essere per noi la prova del nove, volta a testare quanto di buono abbiamo fatto in questi tre anni, anni in cui è stata la soddisfazione dell’utenza la maggiore gratificazione per il nostro impegno”.
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