La prossima settimana, la data non è stata ancora fissata, si riunirà la cabina di regia per il Monitoraggio regionale, che verifica proprio i dati epidemiologici sulla base dei 21 parametri. Subito dopo il governo prenderà le sue decisioni sul colore delle Regioni dopo la scadenza del decreto di Natale, che è valido fino al 6 gennaio. Sarà determinato dopo le verifiche degli esperti sull’andamento del contagio. Solo allora tornerà il regime delle fasce regionali, con i tre colori che prescrivono cosa si può fare o non non si può fare.
Di certo leggendo la conclusione dell’ultimo report diffuso dalla cabina di regia, non c’è molto spazio per l’ottimismo: «Complessivamente l’incidenza in Italia rimane ancora molto elevata e l’impatto dell’epidemia è ancora sostenuto nella maggior parte del Paese. Il valore è ancora lontano da livelli (50 casi per 100.000 in 7 giorni) che permetterebbero il completo ripristino sull’intero territorio nazionale dell’identificazione dei casi e tracciamento dei loro contatti. Tale situazione conferma la necessità di mantenere la linea di rigore delle misure di mitigazione adottate nel periodo delle festività natalizie».
Oltre alle indicazioni degli esperti, il governo terrà conto anche degli ultimi dati, che continuano ad essere altalenanti. Da una parte la curva del contagio che pare rallentare, dall’altra l’Rt in aumento e il tasso di positività che continua a crescere e preoccupa. Dal 14,1% del primo giorno dell’anno, è salito al 17,6% di ieri. Allo scadere del decreto di Natale, con questi dati, una parte del Paese dal 7 gennaio potrebbe dunque finire nuovamente in zona rossa o arancione. A rischiare per ora sono soprattutto Veneto, Liguria e Calabria, che secondo l’ultimo report Iss hanno superato il valore 1 di Rt e che potrebbero essere collocate nella lista dei territori sottoposti a maggiori restrizioni. Lo stesso destino potrebbe capitare a Puglia, Basilicata e Lombardia che sono molto vicine a quella soglia.
La Sicilia prima dell’ultimo Decreto natalizio era gialla, e la speranza è che dopo il 6 gennaio possa tornare nella stessa fascia. L’orientamento che trapela da Roma sembrerebbe questo. Se così fosse, significherebbe che l’isola tornerebbe a basso rischio, e potrebbero riaprire con bar e ristoranti, seppure fino alle 18. Inoltre cadrebbero tutti i limiti di mobilità del l’ultimo periodo festivo. Il condizionale è d’obbligo, perché le decisioni che saranno prese possono essere influenzate da molte variabili. Non ultimi i dati del dopo Capodanno, che sono ancora ancora da elaborare.
Dall’assessorato ostentano ottimismo, e si dicono pronti a scommettere che la Sicilia tornerà gialla. Ma nessuno è disposto a puntare parecchi soldi… Anche perché nell’isola ci sono parecchi dati in peggioramento. A cominciare da quello relativo alla terapia intensiva. Del resto l’assessore Razza ieri non ha nascosto la sua preoccupazione, al punto che in una intervista pubblicata dal Giornale di Sicilia ha detto che teme l’arrivo di una terza ondata.