Nuovo colpo al mandamento di Porta Nuova. Alle prime ore dell’alba, i militari del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo del Comando Provinciale di Palermo hanno dato esecuzione a 20 ordinanze di custodia cautelare.
I reati contestati sono quelli di associazione per delinquere di tipo mafioso, estorsione, associazione per delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti, spaccio di stupefacenti, ricettazione, favoreggiamento personale e porto abusivo di armi, tutti reati aggravati dal metodo e dalle modalità mafiose.
L’operazione, convenzionalmente denominata “Vincolo”, rappresenta l’ultimo segmento di una complessa manovra investigativa, svolta in direzione del mandamento mafioso di Porta Nuova, condotta dal Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Palermo con il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Palermo.
L’odierna indagine ha consentito di acquisire un grave quadro indiziario nei confronti dei destinatari del provvedimento e ha permesso di:
– far emergere gravi indizi in ordine alla partecipazione all’associazione mafiosa di 7 indagati, sospettati di far parte delle famiglie di Porta Nuova e Palermo Centro (rientranti nelle competenze del Mandamento di Porta Nuova), che avrebbero svolto, continuativamente, varie attività di supporto a vantaggio della struttura associativa e dei suoi presunti capi, già tratti in arresto con le precedenti operazioni;
– ricostruire la commissione di un episodio estorsivo, per il quale è gravemente indiziato un affiliato, in danno di un imprenditore nel settore delle scommesse sportive;
– delineare la struttura di una associazione per delinquere, direttamente collegata al mandamento mafioso, responsabile di un fiorente traffico di stupefacenti del tipo cocaina, eroina, hashish, marijuana e crack. Le sostanze stupefacenti sarebbero state commercializzate in varie piazze di spaccio, gestite direttamente da affiliati a cosa nostra, ubicate nel territorio del mandamento;
– contestare ai familiari di alcuni soggetti ristretti in carcere, in quanto ritenuti affiliati a cosa nostra del Mandamento di Porta Nuova, il reato di ricettazione.
Detti familiari, infatti, avrebbero ricevuto, nel tempo, cospicue somme di denaro, provento di attività illecite conseguenti a vari reati-scopo dell’associazione, che i consociati in libertà, in ragione del vincolo associativo che li lega ai carcerati, avrebbero destinato al sostentamento dei detenuti stessi.