VIDEO| Colpo al mandamento mafioso di Tommaso Natale: otto arresti
Operazione “Bivio 2” dei Carabinieri Comando Provinciale di Palermo
I Carabinieri del Comando Provinciale di Palermo hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere e agli arresti domiciliari nei confronti di 8 indagati (7 in carcere e 1 ai domiciliari), ritenuti a vario titolo responsabili di associazione per delinquere di tipo mafioso, estorsioni aggravate, danneggiamento seguito da incendio. Gli arrestati fanno parte del mandamento mafioso di Tommaso Natale, Ordinanza emessa dall’Ufficio G.I.P. del Tribunale di Palermo su richiesta della Procura Distrettuale Antimafia di Palermo.
L’indagine costituisce un’ulteriore fase di un’articolata manovra investigativa condotta dal Nucleo Investigativo di Palermo sul mandamento mafioso di Tommaso Natale. La ricostruzione dei fatti che segue è fondata sui gravi indizi di colpevolezza prospettati dalla D.D.A del capoluogo.
Nel corso degli ultimi anni, il dispositivo di contrasto a “Cosa Nostra” di cui si è dotato il Comando Provinciale dei Carabinieri di Palermo, ha consentito di sviluppare un percorso investigativo che ha permesso l’esecuzione di numerose operazioni nei confronti degli esponenti del mandamento mafioso di Tommaso Natale tra cui “Oscar” (2011), “Apocalisse” (2014), “Talea” (2017), “Cupola 2.0”(2018/2019), “Teneo” (2020).
Nel corso delle attività veniva quindi monitorato il percorso attraverso il quale Caporrimo, dapprima si trasferiva a Firenze per prendere le distanze con la manovra di riassetto mafioso che non condivideva e poi, dopo aver costretto Francesco Palumeri ad auto ritirarsi dalla sua carica direttiva, rientrava a Palermo da reggente, consolidando e ricompattando attorno a sé la componente soggettiva del mandamento.
La seconda tranche dell’indagine Bivio ha consentito di far luce, altresì, su una serie di gravi reati commessi dagli odierni arrestati; tra questi anche Giulio Caporrimo ed il figlio Francesco. Il settore privilegiato era quello delle scommesse on line la cui gestione fa registrare la stabile infiltrazione delle consorterie mafiose.
Uno dei soggetti raggiunti da provvedimento restrittivo, infatti, è Giuseppe Vasallo, palermitano trasferitosi a Firenze; egli, grazie agli accordi siglati con Giulio Caporrimo e Antonino Vitamia, commercializzava i propri siti per le scommesse on line sul territorio del mandamento di Tommaso Natale, riconoscendo parte degli utili alla compagine mafiosa.
EDILIZIA E COMMERCIANTI VITTIME DI ESTORSIONE
Dalle indagini inoltre sono emerse 11 estorsioni degli esponenti mafiosi nei confronti delle imprese operanti sul territorio. Due vittime hanno deciso di denunciare spontaneamente le richieste estorsive, alcune delle quali avveniva con violenza attraverso atti intimidatori. Tra questi l’incendio ai danni di un esercizio commerciale di Sferracavallo, a opera di Giulio e Francesco Caporrimo e Francesco Ventimiglia. Il loro obiettivo era farsi assegnare la gestione del locale; l’incendio al cantiere edile finalizzato alla realizzazione della rete fognaria di Sferracavallo a opera di Vitamia Antonino e Taormina Vincenzo. In questo caso i due mafiosi volevano ottenere il subappalto di alcune lavorazioni; rimane invece ancora senza motivazione l’incendio ai danni di un furgone di una società edile registrato in diretta dalle microspie degli investigatori.
Altro episodio estorsivo riguarda l’intimidazione a danno di una società edile che stava svolgendo lavori di ristrutturazione di un immobile a Sferracavallo. Lo scopo era quello di ottenere la commessa per i lavori di impiantistica in favore di Antonino Vitamia. Proprio nella borgata marinara palermitana Vincenzo Taormina voleva vietare la possibilità di svolgere lavori di scavo a un imprenditore. Secondo il Taormina, soltanto lui e Francesco Adelfio avevano la possibilità di svolgere lavori di scavo nel territorio dell’intero mandamento.
Poi altre tre estorsioni, due a Tommaso Natale a carico di un commerciante in un cantiere edile. In entrambi i casi già oggetto di contestazione nell’ambito del fermo con responsabilità di Fabio Gloria nel primo caso e Vincenzo Taormina nel secondo. La terza riguarda l’estorsione a danno di un cantiere edile di Sferracavallo commessa da Vitamia Antonino e da Taormina Vincenzo. I due mafiosi erano riusciti a farsi assegnare parte delle lavorazioni di cantiere.
Infine, il sistema dei “cavalli di ritorno” che consentivano agli affiliati di realizzare ingenti guadagni facendosi consegnare denaro per la restituzione di veicoli oggetto di furto.