Colpo al mandamento mafioso Noce-Cruillas: 9 arresti a Palermo

Sequestrato un parcheggio alla Noce

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La Polizia di Stato di Palermo ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 9 indagati (di cui 8 in carcere ed 1 agli arresti domiciliari). Sono ritenuti, a vario titolo, gravemente indiziati di associazione di tipo mafioso, estorsione con l’aggravante del metodo mafioso ed intestazione fittizia di beni. Ad emettere l’ordinanza il G.I.P del capoluogo su delega della Direzione Distrettuale Antimafia della locale Procura della Repubblica.

Il citato provvedimento restrittivo scaturisce da una complessa attività di indagine avviata dalla Squadra Mobile della Questura di Palermo e dal Servizio Centrale Operativo della Direzione Centrale Anticrimine della Polizia di Stato, nel 2020, e coordinata dalla locale Procura della Repubblica – DDA – che ha consentito di ipotizzare l’organigramma delle famiglie mafiose del mandamento della Noce/Cruillas che comprende le famiglie mafiose della Noce, Cruillas/Malaspina ed Altarello.

Le attuali indagini avrebbero permesso d’individuare gli odierni indagati, in qualità d’indiziati, come organici alle famiglie del mandamento Noce-Cruillas, consentendo, altresì, di raccogliere gravi elementi di colpevolezza sui loro rispettivi ruoli e contributi all’interno dell’organizzazione mafiosa nonché sugli attuali assetti della suddetta consorteria criminale.

L’attuale misura cautelare risulta la naturale prosecuzione di quella già eseguita nel decorso mese di maggio a carico di altri 9 soggetti, anche loro gravemente indiziati a vario titolo di associazione per delinquere di stampo mafioso ed estorsione aggravata dal metodo mafioso.

IN MANETTE IL CAPO DELLA FAMIGLIA MAFIOSA DI ALTARELLO

Infatti, dopo l’esecuzione dei citati provvedimenti, le successive indagini si sono concentrate sulla famiglia mafiosa di Altarello e sui rimanenti affiliati dell’intero mandamento.

le indagini hanno permesso di raccogliere importanti elementi indiziari nei confronti di Pietro Tumminia, inteso Pierone, ritenuto dal GIP figura apicale del clan e capo della famiglia mafiosa di Altarello.

La remissione in libertà di Tumminia, avvenuta nel dicembre 2020, avrebbe consolidato gli equilibri ed i ruoli all’interno della famiglia mafiosa di Altarello. Questo anche grazie alla compattezza e alla solidità del legame esistente tra TUMMINIA e gli altri sodali.

Dalle indagini inoltre è emerso che Tumminia, già dopo pochi giorni dalla sua rimessione in libertà, avrebbe ostentato immediatamente il suo ruolo di capo della famiglia di Altarello, attraverso la gestione delle dinamiche criminali riguardanti il suo territorio, senza che detta autorità venisse posta in dubbio dagli altri sodali.

Gli odierni indagati sarebbero ritenuti coinvolti nella gestione di attività criminali esercitate all’interno del mandamento, in particolare la riscossione del pizzo in danno di esercenti di attività commerciali, artigiani ed imprenditori di zona. In tale contesto sarebbero emersi anche casi di autorizzazione preventiva, fornita dal clan, per l’avvio di iniziative economiche all’interno della zona d’influenza.

INCENSURATO ARTIGIANO PALERMITANO INDAGATO PER ESTORSIONE

Tra gli indagati figura un insospettabile ed incensurato artigiano palermitano, rintracciato a Pantelleria, destinatario della misura degli arresti domiciliari, il quale, nonostante si occupasse della sua attività di falegname, di fatto sarebbe risultato un esattore del pizzo della famiglia mafiosa di Altarello.

Oltre ai provvedimenti cautelari personali, la Squadra Mobile ha sequestrato un parcheggio a pagamento nel quartiere Noce. Dagli indizi raccolti risulterebbe riconducibile formalmente ad un prestanome ma di fatto nella disponibilità dello stesso Tumminia.