Combattimenti in rete: gli hacker di Anonymous hanno dichiarato guerra a Putin

Anonymous è un collettivo attivo senza gerarchia né capi. In Russia ha colpito, fra gli altri, il Cremlino, il ministero dell’Energia, della Difesa e del colosso Gazprom. Oltre la televisione

È in atto una cyberguerra che il collettivo Anonymous ha dichiarato qualche giorno fa a Vladimir Putin e al governo russo. Con la conseguenza di centinaia di siti russi messi fuori uso, tra cui quello del Cremlino, il sito del network propagandistico Russia Today e quello del ministero dell’Energia. Ma anche i siti della Difesa e del colosso Gazprom. Inoltre ci sono stati attacchi hacker contro la televisione russa, che, secondo le rivendicazioni, avrebbe improvvisamente iniziato a trasmettere immagini dall’Ucraina. Le incursioni avrebbero messo fuori uso anche i sistemi ferroviari e bancari della Bielorussia, una nazione che ha offerto supporto concreto nell’invasione dell’Ucraina. Sonoquesti gli effetti della aggressiva cyberguerra che Anonymous ha sferrato da qualche giorno a Vladimir Putin.

IL GRUPPO ANONYMOUS

Anonymous è gruppo informale di hacker, sparpagliato per il mondo. Senza capi né gerarchie è aperto a chiunque, su base volontaria. Per come è strutturato, è automaticamente considerato facente parte del gruppo chiunque aderisca alla sua richiesta di sabotaggio e prenda parte alle varie operazioni. Le azioni sono organizzate tramite forum, chatroom private e servizi di messaggistica. La maggior parte degli attacchi contro la Russia hanno avuto la stessa matrice. È stato utilizzando un metodo tanto efficace quanto semplice, da eseguire: il DDoS, Distributed denial of service (rifiuto distribuito del servizio).

VENGONO SATURATI I SERVER DEI WEB ASSALITI

Succede che i siti web presi di mira vengono assaliti da un numero colossale di richieste di accesso, saturando il server e rendendolo così inaccessibile. Per eseguire questi attacchi, gli hacker prendono direttamente possesso di milioni di dispositivi, che possono essere videocamere, baby monitor, termostati e qualunque altro tipo di oggetto collegato alla rete. Utilizzano la loro connessione per mandare in tilt i siti presi di mira. È possibile ad esempio, che tanti assistenti vocali come Alexia o “Hey Google”, all’insaputa del loro proprietario abbiano inconsapevolmente preso parte a qualche attacco ad un sito russo. Per prendere parte a questi attacchi non è necessaria una particolare esperienza. In rete si trovano piattaforme apposite, come ad esempio Str3ssed o CyberVM, che consentono a chiunque di organizzare un attacco DDoS: basta scegliere il bersaglio da colpire, l’intensità dell’attacco ed eseguire il pagamento richiesto, ovviamente in criptovalute.