Come si voterà per l’elezione del Presidente della Repubblica in tempo di Covid

Occhi puntati sul Quirinale, dove tra pochi giorni si giocherà la partita per l’elezione del nuovo presidente della Repubblica. ecco le principali regole di una votazione condizionata dall’emergenza Covid

Il presidente della Camera Roberto Fico ha spiegato quale sarà la procedura alla quale dovranno attenersi i 1009 Grandi elettori chiamati ad eleggere il Presidente della Repubblica in questo particolare periodo dominato dal Covid. Le votazioni inizieranno il 24 gennaio alle ore 15, e dovranno concludersi entro il 3 febbraio, che è il giorno in cui scadrà il settennato di Sergio Mattarella. Se non sono vaccinati, i Grandi elettori potranno entrare in Aula con il tampone. Un’altra questione riguarda coloro che saranno positivi al Covid al momento della votazione. Con le regole attuali non solo non potrebbero avere accesso all’Aula, ma non potrebbero nemmeno viaggiare e spostarsi. La questione è stata sollevata nel corso della riunione dei capigruppo di giovedì scorso. È stato chiesto di attuare le procedure idonee a permettere il voto per il Presidente della Repubblica ai grandi elettori, qualora dovessero risultare positivi o sottoposti a quarantena preventiva. “È infatti essenziale ─ è stato detto ─ che il massimo garante della nostra Costituzione sia eletto da una base elettorale consona, che si avvicini il più possibile al plenum dei 1009 grandi elettori”.

IL NUMERO ATTUALE DEI POSITIVI

Il presidente della Camera ha detto che la questione è un tema sul tavolo, e che sarà risolta nella prossima conferenza dei capigruppo. Ha sottolineato che i deputati i positivi sono 29 in tutto, ma in calo. E che al Senato dovrebbero essere tra sei e otto. E poi ha ricordato: «Anche per l’elezione di Mattarella ci furono numeri consistenti di parlamentari che non votarono, tra i 30 e i 50». Ha ribadito che chi è già vaccinato oppure guarito dal Covid, per poter votare non dovrà effettuare anche il tampone.

COME SI VOTERÀ

Fico ha quindi spiegato quale sarà la procedura per la votazione. Si partirà lunedì alle ore 15. È prevista una sola tornata di votazione al giorno, rispetto alle tradizionali due. Si voterà per scheda, in blocchi da 50. I grandi elettori si siederanno in Aula e saranno chiamati. Si partirà dai senatori a vita, poi i senatori, i deputati e i delegati elettori. Si voterà per fasce orarie, in ordine alfabetico 50 a volta. Il tempo per effettuare l’espressione del voto è stimato in 11 minuti per ogni gruppo di grandi elettori. I 50 che hanno già votato usciranno e entreranno gli altri 50 dopo avere sanificato le mani. Anche durante lo scrutinio, in aula non potranno esserci in tutto più di 200 persone. Nelle tribune, invece, potranno accedere 106 parlamentari e delegati regionali senza contingentamento per gruppo. Questa volta la votazione invece dei “catafalchi” in legno che sono un po’ stretti, si effettuerà in una cabina un po’ più grande, più salificabile e quindi più sicura, più spaziosa e senza le tendine. Somiglierà ad una cabina elettorale.

IL QUORUM NECESSARIO, VOTO IRRICONOSCIBILE

Lelezione del Presidente della Repubblica si svolgerà con votazioni a scrutinio segreto. Nei primi tre scrutini è richiesta la maggioranza qualificata di due terzi dell’assemblea, pari a 673 elettori su 1.009. dal quarto scrutinio in poi è sufficiente la maggioranza assoluta, cioè la metà più uno dei grandi elettori, che è pari a 505 elettori su 1.009. I presidenti dei due rami del Parlamento non partecipano al voto. Nelle precedenti votazioni le correnti di solito hanno utilizzato, per contarsi, il metodo del nome sulla scheda. Ovvero, confidando nella regola non scritta che vuole che chi scrutina legga il voto espresso nell’urna interamente, si sono accordati per scrivere qualcosa di particolare, e, in pratica, rendere riconoscibile il voto. Abbreviazioni nel nome, appellativi alternativi o creativi. Si tratta di una tattica che serviva per verificare la fedeltà dei votanti. Adesso il presidente della Camera Roberto Fico vuole cancellare questa regola. Si pensa di citare durante gli scrutini soltanto il nome del candidato. Soprattutto per i primi tre, quando per l’elezione serve un quorum altissimo.