Cultura, commercio e manualità : a Palermo la magia di “Borgo Strafalé”

La denominazione rimanda alla presenza delle donne di vita che un tempo animavano via IV Aprile

Uno scorcio di Borgo Strafalé

Identità, riappropriazione e rivitalizzazione degli spazi urbani, coesione sociale, aggregazione produttiva, energie femminili, creatività. Tutto questo, e molto di più, è “Borgo Strafalé“, unione di diverse abilità artigianali che a Palermo, in via  IV Aprile, a due passi da piazza Marina, ha preso forma grazie alle brillanti intuizioni di Marco Amato, astrologo di professione. Tra un oroscopo e l’altro, scendendo da casa per gustare un caffè tra i vicoli della Kalsa, Marco ha iniziato a raccontare, attraverso la sua passione per la fotografia, la quotidianità del luogo: la colazione al mattino, i fiori, il pranzo nei bistrot tipici del meraviglioso scorcio del centro storico nel quale vive. “Ho la fortuna – spiega – di avere tutto questo sotto casa: così ho cominciato a narrare, oltre al quotidiano, anche le luci, i personaggi, i mestieri e le arti”.

Marco Amato, direttore artistico e responsabile della comunicazione del progetto “Borgo Strafalé”

Ne è scaturita una narrazione responsabile e consapevole di una bellezza che si sostanzia attraverso piccole e grandi cose: al centro, c’è la vita dei protagonisti che danno vita all’essenza del luogo.

DALLA CIOCCOLATERIA ALLA RINASCITA DI UN LUOGO

“Conoscevo via IV Aprile – spiega Marco, originario della provincia di Agrigento – in virtù della mia preparazione storica, artistica e culturale: approdato nella strada, una donna molto gentile mi chiese se volessi fotografare e raccontare la realtà del suo negozio e delle sue vicine”. Il tutto, mentre Marco era in procinto di recarsi, come di consueto, presso la Cioccolateria Lorenzo, alla quale va il merito di essere stata l’esercizio commerciale “pioniere” della rinascita della strada. Detto, fatto. Da quel momento inizia un progressivo coinvolgimento di molteplici energie, alle quali lo stesso Marco – che del progetto è il direttore artistico e il responsabile della comunicazione – conferisce il nome di “Borgo Strafalè”, che rimanda alla presenza delle donne di vita che connotavano, in passato, la via IV Aprile.

ENERGIE FEMMINILI IN PRIMO PIANO

Nasce una storia, si risveglia un’identità accompagnata da un senso di appartenenza e di progettualità che vede in prima linea, con le loro attività, Lavinia Sposito, Valentina Margiotta, Eleonora Reina, Giusi Passamonte, Roberta Milazzo e Serena Giattina: sono loro le artigiane ed esercenti che hanno dato forma a un’esperienza di riscatto e rigenerazione, declinata attraverso la sensibilità femminile.

Ognuna, dal proprio angolo visuale, ognuna con il proprio vissuto emotivo, tutte hanno impresso alla via il segno personalissimo delle loro identità. Come nella migliore tradizione del “Genius loci”.

La direzione di Marco ha assunto la forma di un’azione di coordinamento vissuta tra sorrisi, complicità e coraggio. 

Dalla cioccolateria al Ristorante Quid in piazza Marina, passando per i negozi che propongono monili e abiti realizzati all’insegna dell’unicità e della manualità preziosa, Borgo Strafalè si configura come un progetto pilota di rinascita commerciale inserito in una dimensione umana, antropologica e sociale che offre agli autoctoni e alla cittadinanza tutta spunti di riflessione.

Dietro il cibo e gli oggetti, qualsivoglia sia il settore merceologico di appartenenza, ci sono storie, folklore e tradizione, e c’è la cura dei dettagli che va di pari passo a un contesto accogliente e curato esteticamente.