Comune di Palermo e i rincari della Tari: “Colpa della vecchia amministrazione”

“Chi oggi accusa l’Amministrazione Lagalla e la sua maggioranza, dovrebbe avere il buon senso di riconoscere la realtà dei fatti”, così Domenico Bonanno

Tari

E’ ancora aspra polemica sui rincari della Tari che riguardano i cittadini palermitani in questi giorni. Domenico Bonanno, capogruppo della DC in Consiglio comunale a Palermo e componente della Commissione bilancio, finanze e tributi, punta il dito contro la precedente amministrazione.

“Cattiva gestione della precedente Giunta”

L’aumento della Tari altro non è che il risultato di una pessima gestione economica da parte della precedente Giunta ed effetto di una delibera rimasta in un cassetto: un modo per lasciare il cerino nelle mani della nuova Amministrazione. Gli extra costi sostenuti dalla Rap (addirittura nel 2020) sulla base delle scelte della vecchia Amministrazione, avrebbero dovuto trovare copertura esclusivamente in un aumento della pressione fiscale a scapito dei cittadini, eventualità che siamo riusciti a scongiurare in Consiglio comunale più che dimezzando gli aumenti previsti”, afferma Bonanno.

Aumenti ridotti di oltre il 50%

“I rincari ipotizzati equivalevano, infatti, a circa 5 milioni di euro, ma grazie a un emendamento bipartisan approvato all’unanimità e per il quale ringrazio i colleghi della minoranza che ci hanno lavorato, il Consiglio comunale è riuscito a portarli a 2 milioni e 300mila euro, riducendo gli aumenti previsti di oltre il 50%. – continua. Un risultato importante, ma che comprendiamo possa non essere sufficiente per i cittadini, abituati per anni ad una Amministrazione comunale sorda alle loro esigenze”.

Mancata rateizzazione

Un’altra cosa che bisogna chiarire è che il peso dei rincari appare maggiore perché interamente gravante sul saldo Tari in arrivo in questi giorni e, quindi, non distribuito sulle due rate. L’avviso di pagamento a titolo di acconto notificato nel primo semestre dell’anno era infatti privo di aumento proprio per la mancata e strumentale approvazione della delibera da parte della precedente Amministrazione, che ha voluto scaricare sulla nuova Giunta e sul nuovo Consiglio l’onere di dover procedere all’aumento”.

“Atto dovuto ed ereditato”

“Chi oggi accusa l’Amministrazione Lagalla e la sua maggioranza, dovrebbe avere il buon senso di riconoscere la realtà dei fatti: era un atto dovuto, ereditato e sul quale si è riusciti a fare un lavoro contabile che ci ha permesso di renderlo meno gravoso per i cittadini. Le critiche strumentali e faziose non ci interessano, abbiamo ereditato una situazione finanziaria e gestionale disastrosa, ma siamo al lavoro per il futuro di Palermo e per risanare le casse del Comune, modificando anche il pessimo piano di riequilibrio predisposto dalla Giunta Orlando che vedeva i cittadini come un bancomat per coprire inefficienze e buchi di bilancio”, conclude Bonanno.

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