L’«acchianata» del 4 settembre vietata dal Comune: troppo assembramento e poca sicurezza
L’emergenza Covid fa saltare il tradizionale pellegrinaggio al santuario di Santa Rosalia del 3 e 4
settembre. La richiesta è arrivata dal parroco della chiesa di Monte Pellegrino. I vigili bloccheranno gli accessi al monte
Santa Rosalia in questo 2020 è stata lasciata un po’ più sola. Dopo che è stato cancellato il “Festino”, adesso è l’”acchianata” a subire la stessa sorte. Nelle notte del 4 settembre non si ripeterà quindi il pellegrinaggio di migliaia di palermitani nella “strada vecchia”, quella non asfaltata, verso la grotta dove, nel 1624, furono ritrovati i resti della Santa. Con la tradizione si ripercorre la strada seguìta da Rosalia de’ Sinibaldi quando scelse di continuare sul monte Pellegrino la sua vita eremitica. Nel corso del rito annuale i devoti ringraziano la “santuzza” per le grazie ricevute, o ne chiedono di nuove.
IL SANTUARIO CHIUDE QUATTRO GIORNI
Nell’epoca del Covid il parroco della chiesa di Monte Pellegrino ha comunicato al Comune che, «vista la situazione di emergenza», il santuario resterà chiuso il 3, 4, 5 e 6 settembre. Ritiene sia impossibile controllare la folla di fedeli che, come ogni anno avrebbe scalato la montagna come gesto di devozione nei confronti di Santa Rosalia. Il Comune ha così deciso di chiudere la strada pedonale: l’assessora alla Protezione civile Maria Prestigiacomo, con i vigili urbani sta studiando la strategia migliore per evitare che qualcuno si possa avventurare lo stesso per i sentieri. Anche perché l’Amministrazione ritiene che non ci siano le necessarie condizioni di sicurezza.
LE CONDIZIONI NON SONO SICURE, ANCHE PER I TAMIL
Infatti, in un recente sopralluogo la Protezione civile ha rilevato che nel percorso di quattro chilometri che dalla città raggiunge il santuario, in alcuni punti le condizioni non sono sicure. Mancherebbero pezzi di staccionata, e ci sarebbero degli avvallamenti e buche. Insomma, il percorso non sarebbe sicuro soprattutto per bambini e anziani. E ovviamente neppure per la comunità dei Tamil, la più consistente d’Italia, che nutre profonda devozione verso Santa Rosalia, nonostante le radici profondamente diverse.