Dall'Italia

Con i “bonus edilizi” facilissimo frodare lo Stato: truffati 4 miliardi

Dopo i continui lockdown imposti dall’emergenza sanitaria, nel post pandemia molte realtà hanno fatto fatica a riprendersi e tante aziende si sono trovate in serie difficoltà. Purtroppo, mentre accadeva tutto ciò, , contemporaneamente c’era un’altra Italia che, approfittando della situazione, portava a termine truffe e raggiri ai danni dello Stato: quella composta da coloro che di solito vengono chiamati “furbetti”, ma che in realtà sono veri e propri ladri. Secondo dati dell’Agenzia delle Entrate, le frodi riferite all’utilizzo illegale del credito di imposta collegato ai bonus edilizi, hanno raggiunto un valore complessivo di oltre 4 miliardi di euro di crediti fiscali.

Una cifra enorme, che non ha trovato riscontro e corrispettivo nei lavori eseguiti. Ed è coinvolto l’intero territorio nazionale. Molti dei soldi finiti nelle tasche dei truffatori non sono recuperabili. Pare che ben 2 miliardi di euro, infatti, siano stati riciclati: tra società fittizie e il ricorso a cripto valute, oggi diventa difficile risalire ai soggetti responsabili e ai loro patrimoni.

UNA FRODE FACILISSIMA

I truffatori hanno sfruttato la norma del decreto Rilancio che nel 2020 non ha posto alcun limite alla possibilità di cedere i bonus edilizi. E così è bastato falsificare le pratiche, oppure sfruttare «prestanome», per ottenere somme ingenti rivolgendosi a Poste Italiane e a svariati istituti di credito. La procedura era di una semplicità disarmante. Come confermato dal depliant di Poste Italiane, citato due giorni fa dal presidente del Consiglio Mario Draghi. Nelle istruzioni è sottolineato: «La procedura è semplice e immediata, non è necessario fornire alcuna documentazione a supporto della richiesta. Effettuata la richiesta di cessione del credito a Poste Italiane, affinché questa vada a buon fine è necessario comunicarlo ad Agenzia delle Entrate. In caso di esito positivo, il prezzo della cessione verrà accreditato direttamente sul tuo Conto Corrente BancoPosta». Detto fatto. Non è stato effettuato nessun controllo preventivo, e migliaia di persone hanno ottenuto l’accredito.

UN CASO ECLATANTE

A dimostrazione della facilità di ottenere ingenti somme di denaro, il Corriere della Sera ha citato un caso eclatante. Uno degli indagati, G. C. M., 37 anni, non ha un lavoro, non ha alcun bene intestato, non ha mai presentato la dichiarazione dei redditi, ed è ospite di una comunità per tossicodipendenti. Eppure nel 2021 ha aperto una partita Iva come procacciatore d’affari e ha potuto cedere a un intermediario finanziario oltre 400 mila euro di crediti fittizi. Poi venduti a una società di costruzioni. I soldi sono stati incassati e trasferiti su un conto corrente sloveno. «Cessione del credito»: questa è la formula magica che ha consentito alle organizzazioni criminali e ai loro boss, ma anche a delinquenti comuni, colletti bianchi, commercialisti e avvocati, di far sparire finora dalle casse dello Stato quattro miliardi e 400 milioni di euro.

«LO STATO ITALIANO È PAZZESCO…»

Le intercettazioni rivelano che gli indagati, mentre si accordavano sui bonus da prendere, esultanti si dicevano: «Lo Stato italiano è pazzesco!». Ed un’imprenditore è stato ascoltato mentre chiariva ai complici: «Ne ho già 16 sui due cassetti. Nostri, non dipendono da nessuno, sono i miei, non devo chiedere il favore a nessuno di venderli, di accreditare, di fare. Li ho generati, poi ti spiego come ho fatto… come abbiamo fatto con il commercialista, sono stato quattro mesi dietro e ce l’ho fatta». E ancora: «Bisogna stare attenti, bisogna avere persone fidate, persone anziane… ». Insomma prestanomi, che in pochi mesi hanno consentito alla banda di comprare ristoranti, appartamenti e quote di altre società.

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Pippo Maniscalco