Il cantante neomelodico palermitano Daniele De Martino avrebbe dovuto esibirsi il 30 settembre prossimo a Borgia, in provincia di Catanzaro.
Ma il suo concerto è stato annullato dal sindaco del piccolo Comune calabrese, Elisabeth Sacco, per via dei messaggi espliciti dell’artista che, anche sui canali social, inneggerebbe alla ‘ndrangheta.
Parole ed espressioni che, secondo l’amministratrice, istigano alla violenza e strizzano l’occhio alla criminalità organizzata, incompatibili pertanto con la sicurezza pubblica e i principi di legalità e lotta alla mafia.
La decisione di inibire l’esibizione dell’artista, originario del quartiere Romagnolo, ha registrato il plauso dell’associazione nazionale antiracket e antiusura “In Movimento per la Legalità” e dell’associazione di volontariato “Centro Ascolto Stella del Mare” di Catanzaro.
Entrambe lodano l’iniziativa della giovane prima cittadina alla quale esprimono sostegno.
La decisione di annullare il concerto che avrebbe dovuto tenersi in occasione della festa patronale riceve, in particolare, l’apprezzamento del presidente di “In Movimento per la Legalità”, Nino Randisi.
In una nota congiunta, siglata con Maria De Fazio e Stefania Mandaliti, rispettivamente vice presidente dell’associazione e presidente del “Centro Ascolto Stella del Mare”, si sottolinea l’opportunità del provvedimento di Elisabeth Sacco, nell’auspicio “che rappresenti un esempio e un monito”.
Il messaggio è rivolto “anche agli altri sindaci che intendono ospitare nei loro Comuni esibizioni di cantanti affini a Daniele De Martino, espressione della più bieca sottocultura mafiosa e criminale”.
Le due associazioni, inoltre, esprimono gratitudine alle autorità di Polizia “che intervengono, assieme a coraggiosi sindaci, per impedire le esibizioni di soggetti che costituiscono, da sempre, una forte e pericolosa attrattiva per quella parte di società che non persegue i valori della legalità, della giustizia e del sano vivere civile”.
Daniele De Martino, all’anagrafe Agostino Galluzzo, è destinatario della misura di prevenzione dell’avviso orale da parte della Questura di Palermo.
A emetterlo, l’anno scorso, è stato il questore Leopoldo Laricchia, che lo ha ammonito a tenere una condotta “conforme alla legge”.
I testi delle canzoni e il frasario dell’artista contengono infatti espliciti riferimenti ai pentiti di mafia e parole di stima e affetto per i detenuti, anche di un certo “spessore”.
L’artista neomelodico, tuttavia, respinge le accuse di vicinanza agli esponenti della malavita, e nega, appellandosi al dato anagrafico – è nato nel 1995 – di conoscere il fenomeno mafioso.
Piuttosto, afferma di raccontare il bene e il male, come dichiarato nel corso di un’intervista rilasciata al quotidiano “La Repubblica” l’anno scorso.
Il suo non è un caso isolato.
Sempre in Calabria, nell’agosto scorso, Antonio Demasi, sindaco di Nardodipace in provincia di Vibo Valentia, aveva attuato un provvedimento analogo annullando il concerto della cantante folk Teresa Merante, nota alle cronache per avere eseguito nel tempo dei brani inneggianti alla criminalità ed in particolare alla ‘ndrangheta.
Anche in quell’occasione, Nino Randisi e Maria De Fazio, referente dell’associazione per la Calabria, avevano stigmatizzato il binomio mafia e canzone neomelodica, invitando i sindaci a seguire l’esempio del collega.