Concorso autisti a rilento, stipendi in ritardo e tagli: Amat in declino

A ottobre ci sarà la prova per i ricorrenti del concorso per autisti. Intanto i sindacati si dicono preoccupati per il futuro di Amat. Una situazione paradossale, dove regna confusione e disorganizzazione e a pagarne, come sempre sono i lavoratori.

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Dovranno ancora attendere i circa 246 candidati al concorso Amat per 100 posti come autisti, che hanno sostenuto in estate le prove e sono in attesa della graduatoria per sostenere le visite mediche e quindi la successiva assunzione. Infatti, nella giornata di mercoledì, Amat insieme a Tempor, la società che si occupa del concorso, ha comunicato la data con l’elenco completo dei ricorrenti che hanno vinto il ricorso presentato per la mancanza di età e diploma come requisiti. La prova si svolgerà il prossimo 8 ottobre; nei prossimi giorni saranno fornite a tutti i ricorrenti le istruzioni per svolgere l’esame.

In un primo momento, dall’ufficio preposto al concorso avevano ipotizzato la possibile uscita della graduatoria di chi aveva sostenuto il concorso, in questi giorni, nonostante 19 persone ancora fossero in attesa di poter sostenere la prova, dopo aver vinto il ricorso. Alla fine la società che si occupa del concorso, la Tempor, ha fornito i nomi delle persone ricorrenti che a ottobre sosterranno l’esame. Difatti per avere la graduatoria finale bisognerà ancora aspettare, almeno un altro mese, sperando non ci siano ulteriori intoppi.

AMAT FUTURO INCERTO: TAGLI E STIPENDI IN CONTINUO RITARDO

Una situazione paradossale, dove regna confusione e disorganizzazione e a pagarne, come sempre sono i lavoratori. A non rendere facile la situazione c’è anche lo stato d’agitazione dei lavoratori a causa del ritardo nel pagamento degli stipendi dell’azienda, ma non solo. “Siamo molto preoccupati per il futuro di Amat e non soltanto per il ritardo degli stipendi, che spesso i lavoratori devono tollerare, ma soprattutto per la decurtazione del 10 per cento del contratto di servizio con il Comune di Palermo. Così si rischia la sopravvivenza di una delle principali aziende municipalizzate della città, che gestisce un servizio fondamentale ed essenziale per i cittadini”. Con questi nuovi tagli previsti, il futuro della partecipata Amat rimane molto incerto e già problemi del genere si erano registrati prima della nomina di Michele Cimino come presidente, nel 2018.

Infine, l’azienda del trasporto pubblico palermitano è finita nel ciclone della polemica anche per la gestione degli stalli. Il Comune di Palermo, infatti ha chiesto il pagamento anticipato ai ristoratori, ma quest’ultimi non ci stanno. La somma ammonta a 150 euro mensili a stallo, le strisce blu sono gestite dall’azienda che ha come socio unico il Comune del capoluogo siciliano.  “A passo lento e con non poca fatica siamo cercando di ripartire – afferma Gaspare Citarrella, titolare del ristorante Noname in via Turrisi Colonna -. Ad oggi l’area ci era stata concessa a titolo gratuito per consentirci una ripresa. E adesso la mazzata. Mi ritrovo a pagare 900 euro entro 12 giorni. In un anno dovrò sborsare 3.120,00 euro. Una somma molto più alta rispetto a chi ha un’attività in centro ed occupa il suolo pubblico. Si parla di circa 1.400,00 euro”.

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