Condanna del padre: Rula Jebreal attacca Giorgia Meloni che querela
Francesco Meloni venne fermato nel porto di Maó, a Minorca, con 1.500 chili di hashish su una barca a vela. Questa vicenda gli costò una condanna a 9 anni
La giornalista israeliana naturalizzata italiana Rula Jebreal, nota in Italia anche per la sua partecipazione a San Remo, ha attaccato Giorgia Meloni. Nel farlo ha citato una vicenda giudiziaria che riguarda il padre della leader e nuova premier in pectore. Ricordando in un twitte il video dello stupro di Piacenza che la leader di FdI aveva condiviso in campagna elettorale, ha accostato ciò al fatto che “il padre della Meloni è un noto trafficante di droga e criminale condannato, che ha scontato la sua condanna in una prigione spagnola”. I fatti dicono che Francesco Meloni venne fermato nel porto di Maó, a Minorca, con 1.500 chili di hashish su una barca a vela. Questa vicenda gli costò una condanna a 9 anni. Con il suo intervento la giornalista voleva mostrare una presunta ipocrisia nella Meloni nei confronti della criminalità degli stranieri “che vogliono rimpiazzare i cristiani bianchi”. Ma il post le si è ritorto contro, perché la politica in tutta la sua vita non ha avuto rapporti col padre. Per questo le affermazioni della Jebral hanno scatenato una dura reazione non solo della Meloni ma anche di altre fazioni politiche.
LA RISPOSTA DELLA MELONI
L’intervento fuori luogo ha provocato dure critiche da diversi esponenti di Fratelli d’Italia e anche dalla diretta interessata che ha annunciato querela contro la giornalista. “Tutti sanno che mio padre andò via quando avevo poco più di un anno. Tutti sanno che ho scelto di non vederlo più all’età di undici anni. Inoltre tutti sanno che non ho mai più avuto contatti con lui fino alla sua morte”, ha scritto Giorgia Meloni. E, alla fine, la leader di Fratelli d’Italia si è rivota direttamente alla giornalista con un Ps: “Signora Jebreal, spero che potrà spiegare al giudice quando e dove avrei fatto la dichiarazione che lei mi attribuisce”.
CONDANNA BIPARTIZAN
Ma a difendere la Meloni non sono stati solo i suoi compagni di partito. A difendere la Meloni però sono anche alcuni altri esponenti politici al di fuori del Centrodestra. Per Carlo Calenda di Azione quella della Jebreal “è una bassezza. Non si fa politica così e tanto meno giornalismo”. Il pentastellato Stefano Buffagni, invece, si è detto nauseato per l’articolo sul padre della Meloni: “È il braccio armato di chi inneggia alla democrazia ma poi non l’accetta e usa qualsiasi mezzo per screditare l’avversario politico di turno” ha detto. Aggiungendo: “Ti sono vicino, non ti curar di loro”. Anche Giuseppe Conte prende posizione, esprimendo solidarietà alla leader di Fratelli d’Italia.“Io Meloni e Fratelli d’Italia con il M5S li combatto in tutte le sedi ─ ha detto ─, ma sul piano politico. Non si possono però addebitare in maniera subdola a una figlia – che dal genitore è stata abbandonata, senza avere più rapporti – i reati e gli errori del padre”, ha aggiunto il presidente del Movimento 5 stelle.