Dopo 2 giorni di camera di consiglio una giuria di Manhattan ha raggiunto il verdetto nel processo per frode fiscale contro la Trump Organization, concludendo così un’indagine durata tre anni. Le due holding di Donald Trump, la Trump Corporation e la Trump Payroll Corporation, sono state ritenute colpevoli di tutti i 17 capi di imputazione. Tra cui frode fiscale, associazione a delinquere e falsificazione di documenti aziendali. Erano accusate entrambe di aver remunerato alcuni loro top-manager senza dichiararlo al fisco. Occorre dire, comunque, che l’ex presidente statunitense e la sua famiglia non erano imputati in questa inchiesta.
Ma il tycoon, durante il processo è stato menzionato più volte dai pubblici ministeri in relazione ai benefit elargiti a diversi dirigenti aziendali. In tanti hanno goduto di una serie di benefit come alloggi e auto di lusso. I pubblici ministeri hanno dichiarato che i dirigenti delle due holding ricevevano tanti e vantaggiosi benefici, tipo appartamenti di lusso, oppure auto della Mercedes in leasing. Ma anche la retta pagata per le costose scuole private dei figli. Tutto ciò senza che fossero denunciati in alcuna maniera al fisco. Quindi i dipendenti incassavano i favori, senza pagarci sopra le tasse.
Il capo delle finanze della holding del tycoon, Allen Weisselberg, si era dichiarato colpevole di avere architettato il sistema di evasione fiscale, messo in atto nell’arco di ben 15 anni. Per questo è stato condannato a 5 mesi di carcere. Ma la Trump Organization, dopo il verdetto odierno, potrebbe essere multata fino a 1,6 milioni di dollari. L’ex presidente Trump ha definito il procedimento una «caccia alle streghe» messa in atto dai suoi avversari politici democratici. Ma questo verdetto potrebbe essere un nuovo duro colpo alla sua credibilità in vista della sua candidatura alle prossime elezioni presidenziali americane del 2024.