Condominio, adesso devi dare la PEC all’amministratore: altrimenti ti chiederà un sacco di soldi | È la legge
Non tutti sono pratici con la tecnologia, ma se non possiedi questo strumento rischi di aver addebitati dei costi
Le questioni condominiali sono sempre seccature, soprattutto quando c’è da deliberare delle spese all’interno di un condominio. Spesso le riunioni di condominio vanno deserte e nessuno trova il tempo di parteciparvi. Ma l’amministratore del condominio ha l’obbligo di informare tutti delle decisioni prese e per questo ha bisogno che ogni condomino fornisca una PEC. Chi non ce l’ha può incorrere in seccature o può vedersi addebitare dei costi aggiuntivi.
L’anagrafe condominiale, disciplinata dall’articolo 1130 del Codice Civile, rappresenta uno strumento fondamentale per la gestione dei condomini. Questo registro deve contenere le generalità dei proprietari, i dati catastali delle unità immobiliari e le informazioni relative alla sicurezza delle parti comuni. Ogni variazione di tali dati deve essere comunicata all’amministratore entro 60 giorni.
In caso di mancata comunicazione, l’amministratore ha il diritto di richiedere i dati mancanti con lettera raccomandata e, se necessario, acquisirli autonomamente addebitandone i costi al condomino inadempiente. Tuttavia, il domicilio digitale, ossia l’indirizzo PEC, non è obbligatoriamente incluso tra i dati che devono essere forniti per l’anagrafe condominiale.
Sebbene la PEC sia riconosciuta come strumento valido per ricevere comunicazioni, come ad esempio gli avvisi di convocazione delle assemblee, il condomino non è tenuto a fornire questo indirizzo al condominio. L’articolo 66 delle disposizioni di attuazione del Codice Civile stabilisce che l’uso della PEC è possibile solo se il condomino ne è dotato e sceglie volontariamente di condividerlo con l’amministratore.
L’importanza della PEC nella gestione del condominio
L’uso di una casella PEC intestata al condominio può facilitare la gestione delle comunicazioni ufficiali. La posta certificata consente di ricevere in modo centralizzato avvisi, documenti e notifiche rivolti a tutti i condomini, semplificando il lavoro dell’amministratore. Attraverso una PEC condominiale, l’amministratore può convocare assemblee, inviare avvisi comuni o trasmettere documenti ufficiali in modo rapido, sicuro e con riscontro immediato del recapito, evitando ritardi o smarrimenti legati alla posta tradizionale.
A differenza delle società di capitali, delle ditte individuali e dei professionisti iscritti a un albo, il condominio non ha personalità giuridica distinta ed è considerato un consumatore privato. Di conseguenza, non è tenuto per legge a dotarsi di un indirizzo PEC, né l’amministratore di condominio è obbligato a possederne una, a meno che non rientri nelle categorie soggette a tale obbligo, come i professionisti iscritti a ordini o albi.
La PEC contribuisce a velocizzare le comunicazioni
L’amministratore e il condominio non hanno quindi l’obbligo di dotarsi di un indirizzo PEC. Ma la normativa richiede che l’amministratore comunichi ai condomini i propri recapiti, che possono essere anche telefonici, per garantire la reperibilità. Pertanto, non esiste alcuna imposizione normativa che vincoli l’uso del domicilio digitale nelle comunicazioni condominiali. Nonostante la mancanza di un obbligo legale, l’utilizzo della PEC potrebbe rappresentare una buona prassi per facilitare e velocizzare le comunicazioni.
La PEC potrebbe inoltre contribuire a ridurre i costi migliorando l’efficienza gestionale. Tuttavia, per includere il domicilio digitale come requisito obbligatorio nell’anagrafe condominiale, sarebbe necessario l’accordo unanime dei condomini attraverso l’approvazione di un regolamento condominiale specifico. In mancanza di tale accordo, il ricorso alla PEC rimane una scelta volontaria e non vincolante.