Conto bloccato senza appello, lavoratori in banca rotta si trovano senza soldi in banca: come evitare questo pignoramento

Conto bloccato - fonte pexels - palermolive.it

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Se si è contratto un debito ci si può ritrovare il pignoramento dei soldi in banca cioè prosciugano il conto corrente

Il pignoramento del conto corrente rappresenta una delle forme più rapide ed economiche per il recupero del credito. Attraverso questa procedura, il creditore può espropriare i crediti che il debitore vanta nei confronti di un terzo, come ad esempio una banca. Tale metodo consente al creditore di agire direttamente sui saldi attivi presenti sul conto corrente del debitore, previa verifica della loro esistenza tramite indagini patrimoniali. L’efficacia del pignoramento dipende dalla disponibilità di fondi aggredibili, poiché un saldo negativo o privo di liquidità non consente l’espropriazione immediata. Questa procedura, tuttavia, è soggetta a regole precise per garantire il rispetto dei diritti del debitore, specialmente quando sul conto vengono accreditati stipendi o pensioni.

Le somme accreditate sul conto corrente sono pignorabili entro specifici limiti stabiliti dalla legge. È infatti vietato pignorare somme derivanti da stipendi o pensioni al di sotto di un determinato importo, al fine di tutelare il debitore e garantirgli i mezzi di sussistenza. Ad esempio, per le pensioni, l’importo minimo impignorabile è pari al doppio della misura mensile dell’assegno sociale, con un minimo di 1.000 euro. Gli accrediti successivi alla data di pignoramento sono vincolati nei limiti di un quinto della retribuzione o della parte eccedente l’importo minimo vitale stabilito per le pensioni. Qualora il saldo del conto corrente sia negativo, il pignoramento non avrà effetto fino a quando le rimesse successive non renderanno il saldo positivo, momento in cui il vincolo scatterà automaticamente.

La procedura per il pignoramento del conto corrente prevede diversi passaggi formali. Dopo la notifica dell’atto di pignoramento al debitore e alla banca terza pignorata, quest’ultima è obbligata a custodire le somme pignorate e a fornire una dichiarazione sulla disponibilità dei fondi entro dieci giorni. La banca deve bloccare l’importo dedotto nel pignoramento, maggiorato del 50%, fino alla decisione del Giudice dell’Esecuzione (G.E.). Qualora il saldo iniziale sia insufficiente, i successivi accrediti potranno essere vincolati nei limiti previsti dalla legge. In caso di dichiarazione negativa da parte della banca, il procedimento può proseguire con una fase contenziosa volta a determinare l’effettiva esistenza di crediti aggredibili.

Il pignoramento di conti correnti cointestati presenta particolari complessità. In questi casi, la banca è generalmente obbligata a vincolare l’intero saldo disponibile sul conto fino alla concorrenza dell’importo pignorato, senza tenere conto delle quote di spettanza dei cointestatari. Questo approccio è giustificato dalla difficoltà per l’istituto di credito di distinguere le quote di proprietà effettiva di ciascun cointestatario. Tuttavia, spetta al Giudice dell’Esecuzione stabilire la divisione delle somme in base ai diritti delle parti coinvolte. Tale disciplina trova applicazione in analogia alle norme sui beni indivisi, permettendo la separazione delle quote solo su richiesta del creditore o dei cointestatari interessati.

Limiti al pignoramento per lavoratori dipendenti e autonomi

Il pignoramento del conto corrente presenta regole differenti per i lavoratori dipendenti e per i lavoratori autonomi. Per i dipendenti, il pignoramento è soggetto a due principali limitazioni. Le somme già depositate in banca possono essere pignorate solo per l’importo eccedente il triplo dell’assegno sociale, che nel 2024 corrisponde a 1.603,23 euro. Inoltre, per le somme future, il pignoramento non può superare un quinto dello stipendio mensile, con ulteriori restrizioni se il creditore è l’Agenzia Entrate Riscossione. Per quest’ultima, infatti, il limite varia tra un decimo e un quinto in base all’importo dello stipendio. Al contrario, per i lavoratori autonomi e i professionisti titolari di Partita Iva, tali restrizioni non si applicano, consentendo il pignoramento dell’intero saldo disponibile.

Nel caso di un lavoratore autonomo, il pignoramento segue una procedura specifica. Non appena ricevuta la notifica dell’atto, la banca blocca le somme disponibili, che restano vincolate fino all’udienza dinanzi al giudice. Durante l’udienza, se non ci sono opposizioni, il giudice emette un provvedimento che assegna le somme al creditore e autorizza la banca a effettuare il trasferimento. Al termine di questa fase, il conto torna accessibile e libero da vincoli. Tuttavia, se il credito non è stato interamente soddisfatto, il creditore può avviare una nuova procedura per pignorare ulteriori accrediti successivi.

Conto bloccato - fonte pexels - palermolive.it
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Pignoramenti fiscali e Agenzia Entrate Riscossione

Un caso particolare è rappresentato dai debiti fiscali gestiti dall’Agenzia Entrate Riscossione. In queste situazioni, l’autorità può procedere al pignoramento senza bisogno di un’autorizzazione preventiva del giudice. L’atto di pignoramento viene notificato sia al debitore che all’istituto di credito, concedendo un termine di 60 giorni per effettuare il pagamento. Se il debito non viene saldato entro tale scadenza, le somme pignorate vengono automaticamente trasferite all’Esattore senza ulteriori interventi giudiziari, rendendo questa procedura particolarmente rapida ed efficace.

Per i lavoratori dipendenti, il pignoramento resta in vigore finché il debito non viene estinto, oppure fino alla cessazione del rapporto di lavoro o alla morte del debitore. Al contrario, per i lavoratori autonomi, il pignoramento si conclude non appena il giudice emette il provvedimento di trasferimento delle somme al creditore, liberando il conto. Tuttavia, l’assenza di limiti sugli importi rende la posizione dei professionisti più vulnerabile rispetto ai dipendenti, soprattutto in presenza di debiti fiscali dove l’intervento dell’Agenzia Entrate Riscossione non richiede alcuna udienza preliminare.