Contrabbando sigarette dal Nord Africa, 13 fermi tra Tunisia e Sicilia

Le indagini del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Palermo – GICO (Gruppo Investigazione Criminalità Organizzata) hanno portato alla luce un complesso sistema che agiva tra la Sicilia e la Tunisiahttps://youtu.be/HCzzlf-gdYk

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La Guardia di Finanza di Palermo ha dato esecuzione a un provvedimento di fermo di indiziato di delitto nei confronti di 13 persone, indagate in relazione all’organizzazione di una strutturata rete criminale transnazionale, operante tra la Tunisia e la Sicilia, finalizzata al contrabbando di sigarette provenienti dal Nord-Africa.

Ad emettere il provvedimento, nell’ambito dell’operazione “Blue Wawe”, la Procura Europea (EPPO – European Public Prosecutor’s Office) – sede di Palermo.

Contrabbando Tunisia-Sicilia

Le indagini del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Palermo – GICO (Gruppo Investigazione Criminalità Organizzata) si sono avvalse di intercettazioni telefoniche e ambientali, appostamenti, pedinamenti e videoriprese. Hanno così sgominato due distinte organizzazioni criminali, in affari fra loro:

• la prima, con basi operative nella provincia di Trapani e in Tunisia, si occupava di reperire le sigarette di contrabbando e di organizzare le spedizioni illecite via mare dalle coste africane in Italia;

• la seconda, operante nel palermitano, acquistava all’ingrosso le sigarette introdotte illecitamente per poi destinarle al mercato della minuta vendita nel capoluogo siciliano.

L’organizzazione

Le indagini, avviate nell’estate del 2019, hanno consentito di rilevare la recrudescenza del fenomeno del contrabbando di tabacchi lavorati esteri (t.l.e.) via mare. Questo è messo in atto attraverso imbarcazioni dal nord Africa, le “navi madri”, che, al limite delle acque territoriali nazionali, si incontrano con natanti di piccole dimensioni provenienti dall’Italia, i “barchini”. Qui vengono trasbordate le casse di sigarette.

Le aree risultate maggiormente interessate agli sbarchi sono state il Trapanese, principalmente Mazara del Vallo, Marsala e Campobello di Mazara. Alcuni eventi si sono registrati anche nel Siracusano.

Le sigarette, se non intercettate dai finanzieri, arrivavano dunque sulla costa. Venivano poi stoccate in magazzini nella disponibilità degli indagati nel territorio mazarese. Come testimoniano i riscontri investigativi, qui si rifornivano i componenti dell’organizzazione palermitana.

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Contrabbando, 36 arresti in flagranza di reato

Le investigazioni, durate circa due anni, hanno visto la collaborazione del GICO del Nucleo di polizia economico-finanziaria di Palermo, del II Reparto del Comando Generale della Guardia di Finanza e della componente aeronavale (Reparto Operativo Aeronavale di Palermo e Comando Operativo Aeronavale di Pratica di Mare).

Si è giunti così all’intercettazione di numerose spedizioni illecite. I contrabbandieri arrestati in flagranza di reato sono 36. Sequestrati, inoltre, complessivamente:

23 tonnellate di sigarette (principalmente con marca Oris, Royal, Pine, Time); queste non possono essere vendute in Italia in quanto non conformi ai parametri di produzione e commercializzazione previsti dalla normativa europea;

10 imbarcazioni (4 pescherecci e 6 motoscafi veloci), del valore di circa 500.000 euro;

170.000 euro in contanti.

Se immesse sul mercato, le sigarette di contrabbando avrebbero fruttato introiti illeciti per 3,5 milioni di euro. Un danno per le casse dell’Unione Europea e dell’erario nazionale per oltre 6 milioni di euro.

Proprio in ragione della grave lesione accertata al bilancio unionale, le indagini sono state avocate dalla Procura Europea, istituzione operativa dal giugno scorso che ha proprio l’obiettivo di perseguire i reati che ledono gli interessi finanziari dell’UE.

Il fermo eseguito è il primo provvedimento cautelare personale emesso dall’ufficio italiano di EPPO.

Redditi sproporzionati e rdc

Parallelamente, gli specialisti del GICO hanno proceduto a valorizzare in chiave patrimoniale gli elementi acquisiti nel corso delle indagini, attraverso l’esame, il confronto e l’incrocio di informazioni economico-finanziarie ottenute tramite le varie banche dati in uso al Corpo – tra cui il noto applicativo MOLECOLA – accertando l’assoluta sproporzione tra i beni nella disponibilità degli indagati e i redditi dichiarati.

Sulla scorta di tali risultanze, la Procura Europea ha disposto anche il sequestro preventivo d’urgenza di un’imbarcazione, autoveicoli e motoveicoli riconducibili agli indagati per un valore complessivo pari a circa 150.000 euro.

Sei dei fermati, infine, risultano percepire direttamente o tramite il proprio nucleo familiare il reddito di cittadinanza, beneficio che – in conformità alle disposizioni vigenti – verrà immediatamente sospeso.

L’odierna operazione di servizio testimonia la stretta sinergia operativa tra la Procura Europea e la Guardia di Finanza a tutela degli interessi economico – finanziari dell’UE.

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