Giornata Mondiale contro la pedofilia: parla Pasquale D’Andrea
Il 5 maggio è la Giornata Mondiale contro la pedofilia. Nel territorio non si fermano i casi tragici in cui le vittime sono minori innocenti. Il Garante per l’infanzia di Palermo Pasquale D’Andrea dà voce alla situazione odierna
Oggi ricorre la Giornata Mondiale contro la pedofilia, una data che afferma sempre più l’impegno contro quella che è una piaga sempre più preoccupante e comune.
Molto spesso sentiamo troppe notizie tragiche a riguardo e quello che tutti ci domandiamo è: cosa fare?
I NUMERI
Solo in Europa gli abusi denunciati sono stati protratti su 18 milioni di vittime, ma la paura della denuncia e anche la poca consapevolezza, ostacola la ricerca. Secondo il Telefono Azzurro inoltre, il 40% dei piccoli che hanno avuto il coraggio di alzare la cornetta, hanno meno di 10 anni d’età.
LA PAROLA AL GARANTE
Il Garante per l’infanzia di Palermo Pasquale D’Andrea dichiara e afferma a Palermo Live che nonostante ciò, la prima criticità sono i dati che abbiamo e che ci vengono forniti
“Il problema principale è che i numeri sono sempre spezzati tra un’associazione e l’altra, a Palermo questo ovviamente porta ad una sottovalutazione della questione. Abbiamo fatti accertati ma divisi questo rende più difficile l’individuazione di un’origine e quindi di una soluzione”. Il dato più importante è però ciò che si muove attorno a questi fatti incresciosi: la fascia d’età – sia delle vittime che dei carnefici – , il ruolo sociale e il come, con quali mezzi.
“Ci tengo a sottolineare che i ragazzini vivono sempre di più in solitudine e questi non li rende soltanto meno controllati, ma soprattutto meno considerati. Mancano figure di riferimento e non esistono più comunità, cioè spazi in cui un minore sa a chi rivolgersi e sa di essere protetto senza timore. Il mondo virtuale sembra ci appartenga come un fatto privato, ma poi ne perdiamo il controllo. Bisogna parlare anche di questo ai giovani”.
È necessario lavorare per un monitoraggio più costante delle informazioni territoriali ma innanzitutto, la prevenzione.
Il solito consiglio rivolto ai genitori è quello del “parental control” ma secondo Pasquale D’Andrea non il più efficace, perché potrebbe generare un contrasto ed un’oppressione nel rapporto con i figli.
Le chiavi, sempre e comunque, sono vicinanza e fiducia: “bisogna trasmettere la presenza dell’altro a prescindere dagli eventi brutti delle nostre vite, questo significa proteggere e avere cura“.