La Corte penale internazionale ha emesso un mandato d’arresto internazionale contro il presidente russo Vladimir Putin. È accusato di «crimine di guerra» di «deportazione illegale» di bambini dalle zone occupate dell’Ucraina alla Russia. Per lo stesso reato, un altro mandato è stato spiccato nei confronti di Maria Alekseyevna Lvova-Belova, commissaria per i diritti dei bambini del Cremlino, che solo poche settimane fa aveva rivendicato l’adozione di una 15enne di Mariupol. Volodymyr Zelensky e il procuratore generale ucraino Andrij Kostin hanno salutato come “storica” la decisione della Corte dell’Aia. Invece il Cremlino ha liquidato la faccenda definendo la mossa «inaccettabile» e senza alcun valore legale. Addirittura l’ultra falco Dmitri Medvedev, per esprimere il suo pensiero, ha twittato un’emoji con carta la igienica. La commissaria Lvova-Belova si è limitata a dire che sui bambini «continuiamo a lavorare».
Secondo i giudici della Camera preliminare che hanno emesso il mandato, «vi sono fondati motivi per ritenere che Putin abbia la responsabilità penale individuale per i suddetti crimini, per averli commessi direttamente; insieme ad altri e/o per interposta persona, e per il suo mancato controllo sui subordinati civili e militari che hanno commesso quegli atti». Per la Corte penale internazionale, i reati sarebbero stati commessi nel territorio occupato ucraino almeno a partire dal 24 febbraio 2022, l’inizio dell’invasione. Secondo Kiev si tratta di migliaia di deportazioni.
Il procuratore Kostin ha evidenziato: «Ne sono indagate oltre 16.000 in Ucraina, temiamo che i numeri reali possano essere ancora più alti». E i casi seguiti dal procuratore della Cpi Karim Khan «includono la deportazione di almeno centinaia di bambini prelevati da orfanotrofi e case di accoglienza». Inoltre, secondo lui, « molti di questi sono stati dati in adozione nella Federazione Russa». Da quanto sta accadendo si evince che qualcuno ha ascoltato le lacrime delle madri e la rabbia dei padri, che da mesi denunciano che gli invasori hanno strappato loro i figli, portandoli dall’Ucraina in Russia, insieme ai bambini orfani dei territori occupati.
Questo mandato di arresto suona come uno schiaffo per Putin, che quindi ufficialmente viene annoverato nella lista di tiranni e capi di Stato e governo accusati di crimini di guerra. D’ora in poi lo zar dovrà quanto meno limitare i viaggi, visto che ben 123 Paesi in tutto il mondo hanno ratificato nel 1998 lo ‘Statuto di Roma’ e potrebbero arrestarlo se vi mettesse piede. Fra questi Stati non figura la Russia, come è facile immaginare, ma anche gli Stati Uniti che hanno firmato il trattato senza ratificarlo. L’elenco degli Stati che hanno ratificato il trattato è molto vasto, e include numerosi paesi, fra cui Italia, Francia, Germania e Spagna.
Inoltre numerosi altri dell’America latina, dell’Africa, dell’Asia e Oceania. L‘Ucraina, invece, pur avendo firmato lo ‘Statuto di Roma’, non lo ha ancora ratificato. Ci sono Paesi che, invece, non hanno mai aderito: fra questi spiccano Cina, India e Arabia Saudita.