Controlli a Isola delle Femmine e Capaci, sanzionati locali e sequestrata area di intrattenimento

Sanzioni per oltre dodici mila euro a tre esercizi commerciali

Capaci

I Carabinieri della Compagnia di Carini, nei giorni scorsi, coadiuvati anche dai militari dei reparti speciali della Tutela della Salute e del Lavoro, hanno eseguiti mirati controlli ai locali del lungomare tra i comuni di Isola delle Femmine e Capaci, in considerazione dell’elevato afflusso di avventori. Un fenomeno che, già dai primi giorni di giugno, aveva iniziato a destare allarme e preoccupazione tra i residenti dell’area.

All’esito dei controlli, eseguite 12.000 euro di sanzioni amministrative a tre esercizi di somministrazione di cibo e bevande per irregolarità varie, tra cui il mancato rispetto dei requisiti igienici. Sequestrata preventivamente un’area pertinente ad uno dei locali controllati, nel comune di Isola delle Femmine. Compresa nel sequestro anche la strumentazione di amplificazione sonora utilizzata per l’evento. 

TITOLARE SENZA AUTORIZZAZIONI

Al titolare del locale viene contestato il fatto di avere, senza i prescritti provvedimenti dell’autorità a tutela dell’incolumità pubblica, tenuto aperti luoghi di pubblico spettacolo e intrattenimento. La misura è scattata poiché i Carabinieri avrebbero riscontrato la presenza di centinaia di ragazzi intenti a ballare all’interno del locale, con un’area appositamente allestita per finalità danzanti, in assenza delle autorizzazioni di pubblica sicurezza.

I CONTROLLI A ISOLA E CAPACI CONTINUERANNO

I controlli sul lungomare dei Comuni di Isola delle Femmine e di Capaci proseguiranno per tutta l’estate, soprattutto nei fine settimana, quando il fenomeno della movida assume dimensioni più allarmanti, anche per la verifica del rispetto delle ordinanze contro la c.d. “mala movida”, recentemente emanate dai Sindaci dei due comuni palermitani. 

Giova precisare che l’odierno destinatario del provvedimento, è, al momento, indiziato in merito ai reati contestati. La sua posizione sarà definitiva solo dopo l’emissione di una sentenza passata in giudicato, in ossequio al principio costituzionale della presunzione di innocenza.