Alla movida palermitana non interessa molto che l’attuale orario d’inizio del cosiddetto “coprifuoco” sia stabilito alle 23. Viene quasi certificato in un articolo pubblicato oggi da Repubblica, firmato da Claudia Brunewtto e Francesco Butticè. Nella pagina cittadina del quotidiano è raccontato che alla mezzanotte dell’altro ieri, in piazza Borsa un gruppo di amici brindava per festeggiare un compleanno, a cinquanta metri dal commissariato di polizia in via Roma. E che alle due di mattina gruppi di ragazzi erano ancora in giro alla Vucciria, all’Olivella, in piazza Magione e nel perimetro che da piazza Sant’Anna arriva a piazza Rivoluzione. Un paio di volanti, assicura il giornale, erano in giro, ma non si sono fermate.
A quanto pare, è difficile arginare le comitive della movida post coprifuoco. Su 1.964 fermati per un controllo l’altro ieri fra Palermo e provincia, solo 77 persone sono state multate per violazione del coprifuoco. A marzo le persone fermate erano state 2.738, quasi 800 in più rispetto all’altro ieri. «Non ne possiamo più di divieti, che ci multino pure, siamo stanchi, vorremmo sapere che differenza fa tornare a casa alle 23 o alle 2 di mattina », dicono i ragazzi.
Nell’articolo di Repubblica viene anche evidenziato che gli automobilisti che raggiungono di sera il centro storico in auto, hanno ripreso le vecchie abitudini. Ci sono macchine parcheggiate nelle aree pedonali, davanti ai portoni dei residenti, in mezzo alla carreggiata, In zone come piazza Marina, scooter e moto sono posteggiate anche davanti al sagrato della chiesa di San Francesco. Venerdì sera, alla centrale della municipale e al numero unico d’emergenza per la rimozione delle auto, sono arrivate decine di chiamate. Ma anche i residenti tornano a lamentarsi. Qualcuno che abita a pochi passi da piazza Magione dice che la notte non si dorme più. E chi abita alla Vucciria è costretto a convivere con la piazza piena di gente. Una residente dice: «Fino alle 2 del mattino in piazza c’è vita. I locali chiudono, ma i ragazzi non hanno bisogno dei locali, si portano da bere in giro e si divertono lo stesso, stando insieme a bere ed a chiacchierare».
LA MOVIDA ITINERANTE
I ragazzi nei luoghi della movida dopo il coprifuoco sono tanti. Quando arrivano le forze dell’ordine, loro si spostano. E diventa quasi una movida itinerante che sfida l’ora dei divieti e fa infuriare residenti e gestori dei locali che devono chiudere per rispettano le regole. Ma i ragazzi non vogliono stare a casa. «Non ne possiamo più di divieti ─ hanno detto alcuni ─. Che ci multino pure, siamo stanchi! Vorremmo sapere che differenza fa tornare a casa alle 23 o alle 2 di mattina».