“Corleone, il potere e il sangue”: Brusca e altri pentiti raccontano la mafia su La7

In esclusiva per l’Italia, La7 trasmetterà il docufilm del regista francese Mosco Lévi Boucault

corleone

Continua il viaggio di La7 nel mondo della mafia. Con lo Speciale “Non è l’Arena – Corleone, il potere e il sangue”, in onda domani 5 gennaio alle 21.15, Massimo Giletti cercherà di riallacciare il filo di quella verità smarrita già raccontato in “Abbattiamoli – Chi ha voluto le stragi di Cosa nostra?”.

Il docufilm “Corleone, il potere e il sangue”, del regista francese Mosco Lévi Boucault, sarà trasmesso da La7 in esclusiva per l’Italia. A precederlo il dibattito con la giornalista Sandra Amurri, l’ex procuratore di Caltanissetta Sergio Lari e Luigi Li Gotti, avvocato di Giovanni Brusca. 

Chi era davvero Totò Riina, il capo dei capi di Cosa nostra? L’umile agricoltore o il sanguinario descritto dai suoi uomini di fiducia, tra cui Giovanni Brusca? Queste sono solo alcune delle domande che ci si porrà nel corso dello speciale di La7. Passando per tutti quegli aspetti su cui aleggia ancora il mistero. Dalla latitanza di Riina, alla mancata perquisizione del suo covo fino alla cassaforte mai ritrovata.

“Corleone, il potere e il sangue”

“Corleone” del regista Mosco Lévi Boucault è stato presentato alla Festa del Cinema di Roma nel 2019. Il docufilm racconta, attraverso la testimonianza degli assassini del clan divenuti in seguito collaboratori di giustizia (Gaspare Mutolo, Giuseppe Marchese, Gaetano Grado e Giovanni Brusca) la sete di potere di una mafia sanguinaria come quella dei cosiddetti “Corleonesi” e i disegni criminali e gli orrori del loro capo, Totò Riina.

Il docufilm si riflette anche sull’eterno conflitto tra il male della mafia e la virtù della legge, incarnata da tanti servitori dello Stato, tra cui Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.

“Questo progetto – ha dichiarato il regista – è nato da una discussione che ho avuto con un protagonista della lotta alla mafia, Giuseppe Cucchiara a proposito del mitico Padrino di Francis Ford Coppola. Da lì è nata la voglia di smontare il mito del nome Corleone”.

“Sono entrata nel progetto produttivo di Corleone – ha affermato la produttrice, Donatella Palermo – perché, seppur siciliana, non ho mai sentito raccontare la mafia in modo così veritiero. Interviste e documenti straordinari, raccolti con uno sguardo inedito”.

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