Coronavirus in Sicilia: 1249 nuovi casi positivi e 41 decessi
La Regione Siciliana ha fornito i dati giornalieri in merito all’emergenza sanitaria da Covid-19
I dati statistici dei contagi da Covid-19 continuano ad aumentare. Sono 1.249 i casi in più rispetto alla giornata di ieri, dato che porta gli attualmente positivi a 37.913, come emerge dal bollettino di oggi 23 novembre. Sono 1.847 le persone ricoverate, di cui 243 in terapia intensiva e 36.066 in isolamento domiciliare. 457 i guariti. Si registrano invece 41 nuove vittime da Coronavirus: il totale sale così a 1.227. I tamponi effettuati sono 7.712.
I nuovi casi siciliani di coronavirus sono così suddivisi: Catania 434, Palermo 413, Ragusa 160, Siracusa 101, Messina 45, Caltanissetta 44, Enna 34, Trapani 14, Agrigento 4.
CORONAVIRUS IN ITALIA
Discesa verticale dei nuovi casi, che in 24 ore passano da 34.767 a 22.930, ma con un calo dei tamponi, 149 mila circa contro i 188mila di ieri. Anche se scende di poco la percentuale dei positivi sui tamponi, ora al 15,3% contro il 15% di ieri. Con le nuove 630 vittime di oggi l’Italia supera di 453 la soglia dei 50mila decessi. Sono invece 418 i ricoverati in più nei reparti di medicina e solamente 9 quelli in terapia intensiva. Un segnale evidente do come il raffreddamento della curva dei contagi stia allentando anche la pressione sugli ospedali, anche se per vedere migliorare le cose bisognerà attendere che il saldo giornalieri dei ricoveri divenga negativo.
ARRIVATI IN SICILIA GLI ISPETTORI DEL MINISTERO DELLA SALUTE
Arrivati in Sicilia gli ispettori inviati dal ministro Speranza per far luce sulla reale disponibilità di posti letto di terapia intensiva nell’Isola. La missione è legata ad un vocale su Whatsapp del 4 novembre scorso, indirizzato ai capi delle Asp siciliane e i manager ospedalieri. Ad inoltrarlo è il dirigente generale del dipartimento pianificazione strategica della Regione siciliana, Mario La Rocca. Il burocrate si riferisce ai dati sul contrasto al contagio da Covid-19 che secondo lui avrebbero potuto incidere sulla scelta ministeriale dell’inserimento della Sicilia in una delle tre zone imposte dal nuovo Dpcm.