Corsa contro il tempo nel relitto del Bayesian, i sommozzatori: “Difficile avanzare”
I sei dispersi non sono ancora stati trovati. Gli speleo sub dei vigili del fuoco, che sono appena entrati nel Bayesian, il veliero di 50 metri affondato ieri nella rada di Porticello, si sono trovati di fronte a quella che hanno descritto come «una piccola Concordia». Durante la prima immersione, avvenuta ieri, è stato recuperato un corpo che si trovava all’esterno della nave. Luca Cari, responsabile della comunicazione in emergenza del comando generale dei vigili del fuoco, ha illustrato le prossime fasi delle ricerche, sottolineando le difficoltà che le squadre stanno affrontando, a partire dal tempo limitato per ogni immersione. Cari spiega che «le squadre, composte da due speleo sub, devono affrontare sfide significative. A quella profondità, infatti, possono restare sott’acqua per un massimo di 12 minuti, dei quali due sono necessari per la discesa e la risalita. Pertanto, il tempo effettivo a disposizione per le ricerche è di soli 10 minuti per immersione». Ma questo è solo uno dei problemi.
Cari aggiunge: «Il veliero è una piccola Concordia, con spazi estremamente angusti al suo interno, e avanzare diventa molto difficile se si incontra un ostacolo, così come è complicato trovare percorsi alternativi». Al momento, i sub sono riusciti a ispezionare solo il ponte di comando, «che è pieno di cavi elettrici», ma non hanno trovato alcuna traccia dei dispersi in quella zona. Dall’esterno, non è possibile vedere nulla all’interno dello yacht, rendendo impossibile al momento individuare altri corpi. I vigili del fuoco, dopo essere entrati nel salone attraverso una scaletta, stanno cercando di individuare il punto più sicuro per procedere. «Abbiamo trovato una vetrata che potrebbe permetterci l’accesso, ma è chiusa dall’interno ed è spessa 3 centimetri. Dovremo rimuoverla per poter proseguire con le ricerche all’interno».