Una corsa per guardare indietro, al ricordo delle vittime delle stragi compiute dalla mafia, ma anche per volgere lo sguardo in avanti, al futuro, con coraggio, sacrificio e altruismo. Questo il senso della Corsa per la memoria, iniziativa giunta ormai alla quarta edizione, che dal 13 al 23 maggio offre a tutti l’opportunità di correre insieme tra luoghi della memoria che ancora oggi urlano audacia e legalità.
Correre insieme, pur rimanendo ognuno nella propria città: nel rispetto delle restrizioni legate alla pandemia, infatti, la Corsa si volge quest’anno in modalità virtuale. Un’originale soluzione che non permette così alle difficoltà del momento attuale di bloccare le celebrazioni in memoria delle stragi di Capaci e via D’Amelio.
Il ricavato della corsa non competitiva sarà inoltre destinato alla realizzazione de “Il Giardino di Betty”, innovativa opera a beneficio della cittadinanza. Con un occhio per la tutela dell’ambiente.
Col patrocinio non oneroso della Fondazione Giovanni e Francesca Falcone e della FIDAL, Federazione Italiana di Atletica Leggera, la Corsa per la Memoria è un evento denso di significato già a partire dalla sua durata. Si tratta, infatti, di undici giorni come undici furono le vittime delle stragi di Capaci e di via D’Amelio ricordate durante il percorso virtuale.
A spiegarcelo è Nicolas Meletiou, organizzatore dell’evento insieme a Giorgio Cambiano, nipote di Giovanni Falcone e creatore del percorso virtuale. Ogni partecipante, iscrivendosi, potrà infatti unirsi alla corsa dalla propria città, ma attraverso l’app messa a disposizione seguirà un percorso virtuale che passa per il centro di Palermo e nei luoghi tristemente famosi per i massacri.
Oltre a scaricare il percorso, sull’app si potrà anche segnalare il proprio tempo e/o mandare una foto della partecipazione.
“Giorgio ha disegnato il percorso della 2 km e della 5 km – racconta Nicolas Meletiou -. È molto bello perché la gente la può correre in qualsiasi posto del mondo e nell’app c’è il percorso con una voce che racconta via via la storia delle varie tappe. Serve alla gente per ricordare in questo momento e fare un esercizio di apertura nella legalità, nel modo di vivere, nella giustizia, in parole che sono importanti e che a volte si dimenticano”.
Poiché non è mai troppo presto per parlare di legalità e trasmetterne gli esempi, la Corsa per la Memoria è accessibile a tutti. Sull’applicazione sono infatti disponibili diversi percorsi:
– 2 km Kids Run (da 4 a 14 anni)
– 2 km Family Run (minimo 3 persone)
– 5 km Adult Run (a partire dai 15 anni)
L’iscrizione può avvenire esclusivamente online sul sito www.njuko.net/corsaperlamemoria. Sponsor tecnico è RUNNER’S WORLD, il network della corsa più seguito al mondo.
È possibile registrarsi fino al 23 Maggio. Ogni partecipante riceverà il virtual kit con il pettorale personalizzato e l’attestato da stampare e conservare. Si può, inoltre, scegliere di completare l’acquisto aggiungendo il pacco gara, che comprende una t-shirt, una canotta, la medaglia e la stampa a colori del libretto ricordo delle vittime delle stragi.
Ma da dove nasce l’iniziativa? Da una telefonata di Maria Falcone, sorella del giudice Giovanni, a Nicolas Meletiou nel 2017, in occasione del 25esimo anniversario delle stragi di Capaci e via D’Amelio. La volontà di dare nuovo vigore alle celebrazioni ha condotto ad ideare qualcosa che potesse “unire la gente”.
“In quel momento al mio amico Alfio Giomi, che era allora presidente della Federazione Italiana di Atletica Leggera, è piaciuta moltissimo l’idea”, racconta Meletiou. A disposizione persino la Nazionale di atletica leggera quale testimonial a Palermo per l’iniziativa. Il sostegno della FIDAL è stato confermato anche dall’attuale presidente, Stefano Mei.
Da lì, anche l’idea del libricino, curato da Stefania Giuliani e Lorenzo Bartolucci, che racconta delle vittime delle stragi in chiave inusuale. Meletiou ricorda, infatti, di aver contattato le famiglie degli undici caduti con una richiesta precisa: raccontare qualche aneddoto semplice e divertente sui propri cari. L’obiettivo era che gli studenti potessero leggere di questi eroi moderni col sorriso: “Molto spesso è più importante insegnare qualcosa ai ragazzi col sorriso che insegnargli qualcosa che ha a che fare con la morte, che per un ragazzo giovane è una cosa lontana, di cui non vuole parlare”.
La prefazione è firmata da Valerio Piccioni, giornalista de La Gazzetta dello Sport. In apertura, una frase di Nicolas Meletiou: “C’è chi ti insegna ad inchinarti e chi ti insegna a vivere a schiena dritta. Quando scegli un Maestro scegli cosa diventare”. Il libretto può essere scaricato dal sito corsaperlamemoria.it appena conclusa la manifestazione.
Il successo riscosso dalla prima edizione ha consentito alla Corsa per la Memoria di procedere inarrestabile ed espandersi a macchia d’olio. D’altronde quale veicolo migliore dello sport per parlare di etica e rispetto?
Tutti possono fare la propria parte per esprimere l’adesione a valori come rispetto e legalità. Valori in nome dei quali persero la vita, il 23 maggio 1992, Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Rocco Dicillo, Antonio Montinaro, Vito Schifani. E ancora, il 19 luglio 1992, Paolo Borsellino, Emanuela Loi, Agostino Catalano, Walter Eddie Cosina, Vincenzo Li Muli e Claudio Traina.
Lo sguardo al futuro a cui la Corsa per la Memoria spinge, trova concreta realizzazione nell’edificazione de “Il Giardino di Betty”. Si tratta di un progetto senza dubbio all’avanguardia per i concetti di eco sostenibilità e tutela dell’ambiente, che vede già venti esemplari realizzati in tutta Italia. Sabato 15 maggio, Meletiou ha incontrato il sindaco Leoluca Orlando per discutere della realizzazione del primo giardino a Palermo.
Il parco giochi ha la sua caratteristica peculiare nella pavimentazione antitrauma ottenuta dal riciclo di scarpe sportive, palline da tennis, copertoni e camere d’aria di biciclette.
“Il progetto nasce dieci anni fa da una telefonata di Marco Marchei, due volte olimpionico italiano con la Nazionale di atletica leggera nella maratona”, racconta Nicolas Meletiou. L’atleta aveva un problema da risolvere: quindici ingombranti paia di scarpe da ginnastica da smaltire, legati ai gloriosi ricordi di sudate competizioni. Di lasciarle in un cassonetto non se ne parlava proprio, cosa se ne sarebbe potuto fare?
Da lì, Nicolas Meletiou, Managing Director della ESO, inizia a studiare insieme alla moglie Betty, direttore tecnico nella stessa azienda. Ai tempi non si parlava molto di “economia circolare”, ma l’obiettivo era proprio quello di riciclare il materiale e dargli nuova vita.
Dopo innumerevoli prove tecniche, la grandiosa scoperta: da quelle scarpe da ginnastica era possibile ricavare una gomma di media/alta densità, di gran lunga migliore di quella utilizzata comunemente nei parco giochi.
“È la differenza tra una Cinquecento e una Ferrari – spiega Meletiou -. È una gomma molto buona, su cui tra l’altro i bambini possono saltare e che rimbalza molto, quindi è già un gioco”. Da lì il progetto dei giardini.
Nel frattempo Betty si è spenta per un cancro. Il progetto, quando è venuto alla luce, non poteva che essere dedicato a lei e portare il suo nome. Unirlo poi alla beneficenza rende ancor più speciale l’iniziativa. Ogni bambino potrà donare, negli appositi contenitori posizionati dai Comuni, le proprie scarpe insieme alla sua famiglia e dopo qualche anno vedere il parco realizzato. Un insegnamento importante in giorni come i nostri: imparare l’arte del riciclo e rispettare la natura che ci circonda.