Registe spagnole raccontano le donne, al via “Cortos en femenino”

Una rassegna di corti firmati da quattro registe spagnole

Una selezione di cortometraggi dedicati all’identità femminile, tratteggiata attraverso la sensibilità di quattro registe diverse: “Cortos en femenino” prende il via il 7 dicembre in modalità on line.

L’iniziativa nasce dall’invito che l‘Instituto Cervantes ha rivolto a Trama, ente che coordina i festival di cinema a cura delle donne in Spagna, a scegliere alcuni cortometraggi che focalizzano l’attenzione sui temi femminili e femministi.

La rassegna “Cortos en femenino” on line dal 7 al 28 dicembre

Detto, fatto: il colectivo Trama ha risposto con quattro esempi molto diversi nell’ambito della produzione di corti, emblematici di altrettanti personaggi femminili.

Chi vorrà, potrà assistere alle proiezioni, tutte gratuite, che per quattro lunedì accompagneranno il mese di dicembre. La trasmissione dei corti si terrà a partire dalle 20:00 e per la durata di quarantotto ore. Basterà collegarsi al canale Vimeo dell’Instituto Cervantes utilizzando il link https://vimeo.com/institutocervantes.

I TITOLI DELLA RASSEGNA

Il primo appuntamento è per il 7 dicembre, con “Dúctiles” documentario di Marisa Benito. La pellicola si concentra sul fenomeno dei codici visivi e degli stereotipi legati alla femminilità e generati dagli avvenimenti storici di ogni epoca. Un’occasione per riflettere sull’utilizzo che la società ha sempre fatto dell’immagine della donna, plasmandola a proprio piacimento.

Il 14 dicembre sarà la volta di “Centrifugado“, fiction che vede al debutto registico Mireia Noguera. L’opera prima propone il tema degli inganni prodotti dall’apparenza; il protagonista è lo sfortunato Rikar Gil, attore catalano deceduto a soli quarant’anni a causa di un incidente. Una storia “ellittica” e densa di umanità che offre una nuova visione del genere femminile, attraverso la rottura delle aspettative tradizionalmente legate alle donne.

Un tratto narrativo presente anche in “No me despertéis” di Sara Fantova, in programma il 21 dicembre. Una storia – in parte autobiografica – che si innesta nel contesto del travaglio politico del Paese Basco descritto dall’angolo visuale delle nuove generazioni.

Il tema della rappresentazione delle donne torna il 28 dicembre con “Quand j’étais petit“: anche in questo caso, si tratta di un’opera prima e di un documentario. La regista Elena Molina analizza le abissali differenze che intercorrono tra l’infanzia in Africa e nei Paesi occidentali. Occhi puntati sulla violenza e sull’abbandono, che possono manifestarsi a prescindere dal target delle famiglie di provenienza, determinando realtà spaventose. Il corto induce però alla speranza, attraverso la storia di Malone, la protagonista di una favola che lascia spazio al futuro e alla forza del domani. Una magia che si concretizza attraverso la narrazione e alla capacità del cinema di insegnare all’umanità a crescere misurandosi con sfide sempre nuove.

RIFLESSIONI SULLA CONDIZIONE FEMMINILE

“Cortos en femenino” è un programma che vede le giovani esponenti del cinema spagnolo impegnate a riprodurre fedelmente i compromessi e le contraddizioni del proprio tempo. Una finestra aperta sulla società iberica ma soprattutto la declinazione, in chiave cinematografica, delle consapevolezze femminili in merito all’epoca in corso. Di particolare interesse, l‘analisi delle rivendicazioni femminili e femministe condotte sui media che si accompagnano all’azione che anche le istituzioni stanno compiendo sul terreno delle pari opportunità e sulle cosiddette “politiche di genere”.

La rassegna rappresenta altresì una preziosa occasione per riflettere sulla rivendicazione storica che ha forgiato la tensione civile e l’impegno sociale di molte donne, soprattutto le più giovani. La loro impronta sul tessuto sociale lascia intravedere gli scenari prossimi venturi che vedranno protagonisti soggetti femminili nuovi e complessi, distanti dagli stereotipi e dalle immagini consolidate. E, proprio in questo segmento, il cinema spagnolo conferma la propria vocazione a raccontare la società attraverso nuove forme espressive, assegnando all’identità femminile un ruolo nevralgico nella costruzione del futuro.