Cosa Nostra, confiscati i beni di Tommaso Lo Presti: rivestiva ruolo di vertice del mandamento di Porta Nuova

Il quadro probatorio raccolto nell’ambito delle indagini patrimoniali è stato in grado di dimostrare l’esistenza di beni immobili nella disponibilità di Lo Presti ma di fatto intestati a terze persone

cosa nostra

Confiscati i beni di Tommaso Lo Presti, arrestato nell’aprile del 2014 con l’accusa di aver rivestito un ruolo di vertice nel mandamento mafioso di Palermo Porta Nuova. Le attività d’indagine finalizzate all’individuazione delle disponibilità economico-imprenditoriali riconducibili ad appartenenti a Cosa Nostra, svolte dal Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Palermo, avevano già portato nel luglio del 2017 all’emissione di un provvedimento di sequestro di beni dal valore complessivo ad oggi quantificabile in circa 500.000 euro. Ad emetterlo la Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Palermo, in accoglimento delle richieste della locale Procura della Repubblica.

Con l’odierno provvedimento la confisca di primo grado, emessa dalla stessa Autorità Giudiziaria nel novembre del 2020, è stata dichiarata irrevocabile con Sentenza della Corte di Cassazione. L’ingente patrimonio, riconducibile a Cosa Nostra, è così entrato definitivamente a far parte del patrimonio dello Stato.

Cosa Nostra, chi è Tommaso Lo Presti

Lo Presti Tommaso, nato a Palermo il 22.10.1975, inteso “u pacchiuni”, era stato tratto in arresto nell’aprile del 2014,  nell’ambito dell’operazione “IAGO”.  L’accusa era di aver rivestito il ruolo di vertice del mandamento mafioso di Palermo Porta Nuova, dirigendone le dinamiche delittuose con particolare riferimento alle attività estorsive, al traffico di sostanze stupefacenti, alla gestione illegale di giochi e scommesse. Ha riportato una condanna in primo grado ad anni 12 di reclusione, confermata con Sentenza della Corte D’Appello di Palermo. Attualmente si trova detenuto presso la Casa Circondariale di Voghera.

I beni confiscati

Il quadro probatorio raccolto nell’ambito delle indagini patrimoniali è stato in grado di dimostrare l’esistenza di beni immobili nella disponibilità di Lo Presti ma di fatto intestati a terze persone al fine di celarne la riconducibilità diretta e così scongiurare l’eventualità di un sequestro patrimoniale.

Il provvedimento di confisca definitiva ha riguardato i seguenti beni:

– Complesso dei beni aziendali riconducibile all’impresa individuale “D’ALIA FABIO”, con attività di autoriparatore, avente sede in Palermo;

– Un magazzino sito in Palermo, ove si svolge l’attività connessa alla suddetta impresa individuale;

-Un’abitazione sita in Palermo, intestata a Miragliotta Loredana.

CONTINUA A LEGGERE