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Costa, Cassarà e Antiochia: il 6 agosto a Palermo è il giorno della memoria antimafia

Il 6 agosto è una data che ha segnato la città di Palermo per sempre. Tre gli omicidi che Cosa Nostra messe a segno ai danni di tre uomini dello Stato: il Procuratore capo di Palermo Gaetano Costa, assassinato nel 1980, e il vicequestore Ninni Cassarà e l’agente Roberto Antiochia, uccisi nel 1985.

Così la mafia uccise Gaetano Costa

Costa aveva sempre rifiutato la scorta, temendo di mettere in pericolo altri e che era lui uno di quelli che “aveva il dovere di avere coraggio”. Quando i killer lo hanno ucciso, il 6 agosto 1980, passeggiava da solo nei pressi di casa sua, in via Cavour a Palermo. Giunto davanti ad un’edicola, mentre sfogliava qualche pagina, fu raggiunto dai colpi di pistola alle spalle. L’auto su cui fuggirono gli assassini fu trovata in seguito bruciata, ma mai nessuno è mai stato condannato per il delitto.

L’assassinio di Cassarà e Antiochia

Cinque anni dopo la mafia tornò a colpire. Il 6 agosto 1985, in via Croce Rossa, un gruppo di uomini di Cosa Nostra uccise sotto casa il vicequestore Ninni Cassarà e l’agente di scorta Roberto Antiochia, di soli 23 anni, che al momento dell’esplosione dei colpi provò a fare da scudo al vicequestore. Rimasero feriti nell’agguato Giovanni Salvatore Lercara e Natale Mondo. La moglie di Cassarà affacciatasi dal balcone della propria abitazione vide morire il marito e chiese aiuto ai vicini. La risposta fu il silenzio. Per la morte di Cassarà e Antiochia furono condannati i vertici della cupola mafiosa Michele Greco, Totò Riina, Bernardo Provenzano, Bernardo Brusca e Francesco Madonia.

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Redazione PL