La pandemia in Sicilia adesso colpisce meno gli over 80, ma si espande fra i 40enni. Per questo nelle ultime settimane si è registrato un aumento dei ricoveri, e l’abbassamento dell’età media dei nuovi positivi, che attualmente si aggira intorno ai 60 anni. Appena tre settimane fa era 73. Salvatore Scondotto, presidente della Società italiana di epidemiologia e coordinatore del Comitato tecnico- scientifico regionale, ha spiegato così la situazione, come scrive Repubblica: «L’età media dei nuovi positivi a metà marzo era di circa 38 anni e si è abbassata rispetto ai 44 dei primi di gennaio. Può avere influito anche la drastica riduzione, di quasi il 75 per cento, dell’incidenza tra gli ultraottantenni».
Il fatto è che in Sicilia la pandemia, con il procedere della campagna vaccinale, adesso colpisce meno gli over 80, e invece si espande fra i 40enni, che in molti ancora devono vaccinarsi. «Fra gli ultraottantenni — ha detto ancora Scondotto — siamo passati da valori di oltre 200 casi ogni 100mila abitanti a circa 50. Attualmente l’età in cui si registra la maggiore incidenza va dai 14 ai 45 anni. Uno dei fattori che potrebbe spiegarlo è la diffusione della copertura vaccinale negli anziani, con una maggiore suscettibilità delle fasce d’età con vita sociale più soggette a mobilità e contatti interpersonali. Anche la diffusione di varianti con caratteristiche di maggiore trasmissibilità potrebbe influire sulle dinamiche di propagazione dell’epidemia in corso nel Paese».
Comunque c’è anche una buona notizia: sono arrivati anche in Sicilia gli anticorpi monoclonali. Sono disponibili al Cervello di Palermo e al San Marco di Catania. È la nuova terapia autorizzata dal ministero, dopo tante polemiche, ed in essa è riposta molta speranza. I monoclonali potranno essere usati in fase precoce, entro le 72 ore, per i pazienti ad alto rischio per età e patologie. Si potrebbe ridurre l’ospedalizzazione del 70 per cento.