Un dossier, pubblicato a metà ottobre dall’ISS e dal Ministero della Salute, ha tracciato il quadro di quanto potranno reggere gli ospedali italiani tra l’autunno e l’inverno in base a diversi scenari, numerati da 1, per il basso rischio, fino a 4 per il rischio elevato. Nel dossier erano indicate anche le possibili misure per ogni fase: dalla chiusura mirata delle attività, alle zone rosse comunali, fino all’ipotesi di un nuovo lockdown generalizzato se la situazione degli infetti sfuggisse di mano, come già è successo a marzo.
LA CURVA EPIDEMICA SALE
Negli ultimi giorni la curva epidemica ha continuato a salire. I 26.831 nuovi casi registrati ieri indicano che per l’Italia possa considerarsi sempre più realistico lo scenario 4, l’ultimo più grave previsto, caratterizzato da una “situazione di trasmissibilità non controllata con criticità nella tenuta del sistema sanitario nel breve periodo”. Anche perché fonti qualificate hanno indicato all’Ansa come molto probabile l’ipotesi che il forte aumento dei casi abbia portato l’indice di contagio Rt, quello che indica le persone che possono essere contagiate da un individuo con il virus, oltre l’1,5 registrato fra il 12 e il 20 ottobre.
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Tutte le regioni hanno un Rt superiore a 1 e quindi si trovano almeno nello scenario 2, mentre nove regioni e una provincia autonoma hanno un Rt medio superiore a 1,5 e si trovano quindi nello scenario 4, il più grave di tutti. Quello per cui il documento raccomanda il lockdown totale. Al momento queste regioni sono: Valle d’Aosta, Piemonte, provincia autonoma di Bolzano, Umbria, Lombardia, Veneto, Toscana, Puglia, Emilia Romagna e Abruzzo. Nessuna di queste regioni ha adottato misure da “fase 4”, cioè il lockdown totale, ma nemmeno misure da scenario 3. Tranne la Campania, che ha adottato divieti agli spostamenti intraregionali e chiusura delle scuole.
PERCHÉ È POSSIBILE CHE SI ARRIVI ALLA “FASE 4”
A rendere realistica la possibilità di arrivare alla “fase 4” è l’aumento dei casi, che mostra ormai una progressione continua da almeno quattro settimane. La curva epidemica continua a mostrare un andamento chiaramente esponenziale, con tempi di raddoppio di circa una settimana. Aumenta di riflesso il numero dei nuovi decessi, con 217 in più in 24 ore, e quello dei ricoveri nelle unità di terapia intensiva, saliti di 115 unità. Il numero dei tamponi eseguiti ha toccato il nuovo record di 201.452 in 24 ore, ma è un incremento che non corrisponde purtroppo alla capacità di individuare tutti i casi. Lo indica il rapporto fra casi positivi e tamponi, del 13,3%, che è un valore molto alto, ed è un dato che indica che il tracciamento è perso: se il numero di positivi misurato è così grande, il 13,3% è un valore molto alto. Il numero di nuovi positivi potrebbe essere molto inferiore a quello reale: quando i rapporti diventano così alti, molti sfuggono e il numero reale si comincia a perdere.