La zona gialla è da pochi giorni entrata in vigore, ma la Sicilia corre già verso l’arancione. Di fatto, se il ritmo dei contagi non subirà improvvise frenate, le nuove restrizioni potrebbero scattare già fra una o due settimane. Ad esserne quasi del tutto convinto è il governatore siciliano, Nello Musumeci, il quale nei giorni scorsi ha dichiarato che con “questa tendenza di contagi la zona arancione sarà inevitabile“.
Il motivo risiede nel vertiginoso aumento dei casi positivi nella nostra Regione, dovuti anche ai numerosi contatti durante le festività natalizie. Fatto che ha portato al superamento di due dei tre parametri che stabiliscono il passaggio di “colore”, mentre il terzo, quello delle terapie intensive, al momento ha sforato in una sola occasione.
L’attuale quadro epidemiologico in Sicilia è caratterizzato da un ulteriore aumento dell’incidenza (32%). Abbiamo ad oggi un numero di casi giornalieri che è più che raddoppiato rispetto al picco della precedente ondata, cioè il momento di maggiore circolazione del virus nello scorso novembre. In questo quadro, frutto anche dell’elevato numero di tamponi eseguiti, è presente una pressione ospedaliera importante.
In effetti, i numeri sono preoccupanti. Oggi si registrano 9.248 nuovi casi positivi, ben 1.229 a Palermo.
Continua a salire anche il tasso di positività (rapporto positivi-tamponi): dal 24 al 32%. Anche i dati sui ricoveri negli ospedali di pazienti Covid con sintomi sono sconfortanti: in Sicilia il tasso di occupazione di posti letto ha raggiunto il 27,2% e quello in terapia intensiva il 15,9%. Un ritmo di crescita che a fine gennaio potrebbe portare l’area medica al 30% e le terapie intensive al 20% di occupazione, cioè alle soglie di guardia che fanno scattare l’arancione.
Secondo le nuove regole, la zona arancione scatta quando l’incidenza dei contagi è uguale a superiore a 150 casi settimanali ogni 100.000 abitanti. E nelle regioni vengono superate contemporaneamente due soglie di allerta per i ricoveri. 30% dei posti letto occupati nei reparti ordinari (parametro stabilmente superato visto che, tradotto in numeri assoluti, vuol dire 520 unità ricoverate, mentre nell’ultimo bollettino sono 1.138). 20% per le terapie intensive (cosa che avviene con più di 47 posti occupati). Se questi indicatori salgono rispettivamente sopra il 40% e il 30% si finisce invece in rosso.
Se tra l’area bianca e gialla non cambiano le regole anti Covid. Discorso diverso è però per la zona arancione, anche se gli ultimi decreti le hanno in parte annullate. Per le persone vaccinate, di fatto, non ci sono novità nemmeno passando in zona arancione. Chi non ha il Green Pass, però, in zona arancione non potrà uscire dal proprio Comune, se non per ragioni di salute, lavoro o urgenza certificate dall’autodichiarazione.
BAR E RISTORANTI – La consumazione al banco e ai tavoli, sia al chiuso che all’aperto, di bar e ristoranti in zona arancione è consentita solo se si ha il Super Green Pass.
SPORT – L’attività sportiva all’aperto, anche di squadra, e quella riabilitativa o terapeutica ricompresa nei livelli essenziali di assistenza (anche al chiuso) è permessa in zona arancione anche senza Green Pass. Per qualsiasi altro tipo di attività sportiva e motoria, compreso l’utilizzo di piscine all’aperto e l’accesso agli spogliatoi, in fascia arancione è richiesto il Super Green Pass.
EVENTI SPORTIVI – Come in zona bianca e in zona gialla, per l’accesso a eventi sportivi in stadi e palazzetti, anche all’aperto, nelle regioni arancioni serve il Super Green Pass.