Il Covid e quella dichiarazione choc, Razza: “Frase infelice, mi scuso”

L’ex assessore regionale alla Sanità siciliana: ““Mi ha colpito la costruzione mediatica perché mi sembrava chiaro quale fosse l’intento”.

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Il ciclone, come sempre inannzitutto mediatico a maggior ragione quando si è personaggi in vista, lo travolse come uno tsunami. Quei morti da splamare risuonano ancora nelle orecchie di chi, a causa del Covid, ha perso cari o ne è stato colpito nel fisico come nell’anima. Oggi, con le acque meno agitate, Ruggero Razza, ex assessore regionale alla Sanità siciliana, torna a parlare, e lo fa tramite un’intervista rilasciata al giornale “La Sicilia”.

Non ho avuto occasione, per la mia immediata decisione di dimettermi, di scusarmi e lo faccio adesso, per la velocità con cui mi sono espresso nell’utilizzare il termine ‘spalmare’ riferendomi ai dati di più giorni dei deceduti. Una frase infelice. Il senso ovviamente era quello di considerare prevalente l’effettiva ripartizione del dato sull’indicazione del bollettino giornaliero“.

LE RAGIONI DI UNA SCELTA

Una vita, la sua, da allora “profondamente cambiata. Ed è stata anche l’occasione per una riflessione, libera da qualsiasi condizionamento, sulle priorità che negli ultimi anni nella mia vita avevano preso il sopravvento. Ma è giusto anche comprendere perché ho deciso nell’immediatezza di dimettermi. Anzitutto perché, come tutti sanno era un momento della mia vita molto particolare nel quale avevo il dovere immediato di restituire condizioni di serenità alla mia famiglia. E poi perché – precisa Razza –, anche per ragioni legate alla mia professione, comprendevo che il rispetto delle istituzioni mi imponeva di consentire un primo approfondimento dell’indagine, potendo contribuire io stesso a chiarire alcuni aspetti che, nell’immediatezza, anche il clamore non avrebbe consentito di potere spiegare“.

Musumeci Razza

IL PRFONDO RISPETTO PER CHI E’ STATO COLPITO DAL VIRUS

L’avvocato catanese, si è dimesso lo scorso 30 marzo. La causa le indagini nell’inchiesta della Procura di Trapani (poi passata a Palermo) sui presunti falsi nei dati Covid che coinvolse i vertici della sanità siciliana nella bufera pure per le intercettazioni. “Mi ha colpito la costruzione mediatica – ha aggiunto Razza – perché mi sembrava chiaro quale fosse l’intento. Qualche giorno fa, in Corte d’Appello a Catania, conclusa la requisitoria del procuratore generale, il presidente di turno ha invitato gli avvocati difensori a ‘spalmare’ le arringhe su più udienze perché erano troppi. L’avvocato Enrico Trantino era in aula e si è fragorosamente opposto all’utilizzo del termine, con il garbo e l’ironia che tutti gli riconoscono.

A parte questo, il mio sentimento di rispetto va a tutte le vittime e ai loro familiari. Ed è pari al sentimento di stima profonda per la professionalità con cui gli operatori siciliani della sanità hanno indossato il camice e la tuta e sono scesi in trincea. Gli assessori passano, loro restano…“.