Col Covid senza acqua dai rubinetti e coi rifiuti in casa: la testimonianza

La testimonianza di una giornalista di Palermo Live: sua figlia di 10 anni è positiva al covid e da due giorni non arriva acqua in casa

Covid

Palermo sta facendo i conti con una nuova ondata di contagi da Covid 19. Sono tanti i palermitani che in queste ore sono risultati positivi e, purtroppo, tra essi ci sono anche vaccinati e bambini. C’è chi manifesta sintomi, principalmente febbre, mal di testa, nausea e astenia, e c’è chi è totalmente asintomatico. Il Natale 2021 per parecchi concittadini è trascorso fra le mura domestiche, in quarantena, alle prese con tachipirina, antibiotici, integratori e fazzolettini, ma anche con le tantissime difficoltà che il confinamento in casa comporta.

IL COVID LASCIA SEGNI ANCHE A LIVELLO MENTALE

Il virus, in questi giorni di festa, ha colpito anche la famiglia di uno dei nostri editori, Simone Lima, e quella di Giusi Bottone, giornalista di Palermo Live. I nostri colleghi ci raccontano quanto sia difficile, soprattutto a livello mentale, convivere con il covid. Paura di morire, da soli, di stare molto male, di soffrire e di vedere i propri cari soffrire. Sono tante le immagini negative che scorrono davanti agli occhi durante i lunghissimi ed interminabili giorni di isolamento e non è sempre facile scacciare i cattivi pensieri.

Ad essi si aggiungono altre difficoltà, soprattutto in alcuni quartieri della nostra città. Come per esempio lo smaltimento dei rifiuti dei contagiati o, problema ancora più grave e insopportabile, la mancanza d’acqua dai rubinetti di casa. A tal proposito pubblichiamo la testimonianza della nostra collega Giusi Bottone che, come detto, si trova confinata nel suo appartamento del quartiere Noce con una figlia di 10 anni positiva al coronavirus.

LA TESTIMONIANZA DI GIUSI BOTTONE: “CONVIVIAMO CON IL COVID, SENZA ACQUA E CON I RIFIUTI IN CASA”

“Anche a casa nostra è arrivato il COVID! Non ha bussato, non ha chiesto permesso, ma è entrato dall’ingresso principale colpendo mia figlia. Nel giorno di Santo Stefano, dopo 6 ore trascorse davanti ad una farmacia, davanti ad un gazebo, siamo venuti a conoscenza della sua positività. Mia figlia è un vulcano ma il 26 era inspiegabilmente calma e assonnata. Poi i sintomi influenzali, l’attesa e, ahinoi, la triste scoperta.

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Sono quindi scattate, inevitabilmente, la quarantena e l’attivazione di tutte le procedure necessarie e di tutti i dispositivi di sicurezza utili a non contagiarci tutti: guanti, mascherine e disinfettanti sono diventati ancora più predominanti del solito. Non si pensa più a cosa mangiare, ma a come difendersi. Sanificare, sempre e ovunque, è la parola d’ordine.

In attesa di essere contattati dall’Asp per avere le direttive, per sapere se e quando verranno a casa per il molecolare, riceviamo una loro email: dobbiamo tenere i rifiuti in casa perché questi verranno poi ritirati dal personale addetto. Sono contaminati, non possono essere smaltiti insieme agli altri. Ma pensate al disagio di chi ha un appartamento molto piccolo, dove non ci sono balconi. Si convive dunque con il covid, con i mille pensieri che ti passano per la testa, ma anche con i rifiuti e con i cattivi odori.

Se poi ti alzi il 27 e il 28 mattina e scopri che dal rubinetto di casa tua non esce acqua, il dramma è completo. Perché è vero che l’acqua manca spesso alla Noce e in altri quartieri di Palermo, ma in un momento come questo non lo riesci a tollerare, è un controsenso, una beffa. Lo vivi quasi come uno sfregio. L’ennesimo controsenso, in questa città che da troppo tempo è abbandonata al caos e a se stessa”.

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