In Sicilia aumenta l’incidenza dei casi Covid tra i più giovani, soprattutto under 12. Negli ultimi sette giorni, l’incidenza specifica più alta per età, si registra nella fascia di età scolare, 6/10 anni (281 casi) e 11/13 anni (157). E’ quanto emerge dal bollettino settimanale (10-17 novembre), diffuso dal Dipartimento Attività Sanitarie e Osservatorio Epidemiologico (Dasoe) della Regione Siciliana.
L’incidenza cumulativa dei casi nella settimana conferma la chiara tendenza all’incremento con 439 nuovi casi in più rispetto alla settimana precedente. Ha raggiunto il valore di 71,08/100.000 abitanti.
Il rischio più elevato, in termini di nuovi casi su popolazione residente, si registra nella provincia di Messina (106,7 nuovi casi su 100.000 abitanti), che supera stavolta il “primato” di Catania, che si piazza seconda (105). La segue Siracusa (87,2).
Nonostante il rialzo dei nuovi casi, le ospedalizzazioni per Covid si mantengono abbastanza stabili o con un limitato incremento (177), con prevalenza di occupazione dei posti letto ancora contenuta. L’ospedalizzazione interessa prevalentemente (87%) soggetti non vaccinati o con ciclo di vaccinazione incompleto. Resta stabile la letalità.
Nella settimana di riferimento 10/17 novembre 2021, i vaccinati con almeno una dose si attestano all’81,65% del target regionale, gli immunizzati al 79,03%, mentre i soggetti che hanno ricevuto una dose addizionale o booster, sono 159.940. Il 18,35% del target rimane ancora da vaccinare. Negli ultimi sette giorni si registra una lieve flessione delle prime dosi somministrate (- 4,61%).
“Occorre accelerare al massimo la somministrazione della dose booster (terze dosi, ndr) nei soggetti vaccinati da più di 6 mesi, a partire dalle persone anziane, dai vulnerabili e da quelli maggiormente esposti al rischio di infezione”. Lo sottolinea il Dasoe presentando i dati del bollettino settimanale.
“Tra le priorità, inoltre, la prevenzione delle infezioni tra i soggetti di età inferiore a 12 anni, per i quali la vaccinazione non è ancora disponibile”, conclude il Dasoe. “Per proteggerli dai contagi ma anche per scongiurare situazioni che possano interrompere la continuità scolastica e recare nuovamente danno alla vita relazionale dei bambini e degli adolescenti”.