Covid Sicilia, zona gialla dietro l’angolo: i non vaccinati tra le cause

Numeri forniti dall’assessore regionale per la salute Ruggero Razza, ma che da soli non bastanoa comprendere il fenomeno

mascherine

Chi sperava che l’estate in Sicilia potesse trascorrere liscia in zona bianca non ha fatto i conti con la variante Delta. Più aggressiva soprattutto perché maggiormente trasmissibile, la mutazione del Covid -19, soprattutto tra i giovani, sta continuando la sua opera di contagio. Con un ritmo costante, e non solo in terra di trinacria, crescono le terapie intensive. In testa la Sardegna, passata dal 5% al 9% in una settimana, la regione che vede la maggior crescita di terapie intensive occupate da pazienti Covid19. Poi Lazio e Sicilia al 5%. Riguardo invece i ricoveri Covid19 nei reparti ordinari, le regioni in crescita maggiore sono, invece, Sicilia e Calabria. In una settimane le due regioni si sono attestate rispettivamente al 10% e 9%, seguite dalla Campania al 6%..

ZONA GIALLA ALL’ORIZZONTE

Ecco dunque fare capolino la tanto temuta zona gialla con le conseguenti restrizioni. Per quanto riguarda il meridione, ci pensa il monitoraggio giornaliero dell’Agenas a evidenziare come gli ospedali del Sud vedano crescere più velocemente della media nazionale i valori generali. Secondo i nuovi parametri nazionali, la soglia critica è fissata al 15% per i ricoveri ordinari e al 10% per le intensive. Numeri che fanno temere un ritorno in zona gialla della Sicilia.

L’IMPORTANZA DEI VACCINI

Dato fondamentale, per rendere ancora una volta l’idea dell’importanza di vaccinarsi dal Covid è il seguente: fra tutti i ricoverati oltre l’80% dei casi riguarda pazienti non vaccinati. Numeri forniti dall’assessore regionale per la salute Ruggero Razza, ma che da soli non bastano a comprendere il fenomeno. Altresì importante notare che, del restante 20% solo il 5% dei ricoverati totali era vaccinato con due dosi ma si trovano tutti in area medica con sintomi non gravi (ad eccezione di un singolo caso di Palermo ricoverato in terapia intensiva ma già immunodepresso per altra patologia grave). Il restante 15% è composto per il 7% da non vaccinabili per patologie incompatibili con il vaccino e, nell’8% dei casi, di vaccinati sono una sola dose o con due dosi ma non ancora in periodo di efficacia visto che devono trascorrere 14 giorni dalla somministrazione della seconda dose perché il vaccino abbia piena efficacia.