Non ce n’è coviddi e neanche educazione: lo dice la foto 

Un pomeriggio sull’aliscafo ed è chiaro che ci si è dimenticati come eravamo appena due mesi fa 

Sono questi i giorni in cui la regola principale diventa l’educazione.  Siamo nel tempo di mezzo, non ancora liberi dal Covid ma neanche costretti a comportamenti rigidamente dettati dai decreti ministeriali. È ripresa la vita sociale, con timori che giorno dopo giorno diventano meno condizionanti. Rimangono detergenti e mascherine a ricordarci da cosa veniamo.

DO YOU REMEMBER SPAGNOLO?

Appena due mesi fa eravamo reclusi nelle nostre case, si usciva solo per fare passeggiare il cane, il signor Spagnolo sui tetti dello Sperone  si prendeva effimera gloria e meritati insulti, scoprivamo prima il significato e poi l’utilità del delivery, tremavamo di paura davanti alle devastanti immagini di Bergamo e coccolovamo i bergamaschi di Palermo, infetti e fortunati, perché in fondo se avevi il Coronavirus a marzo, era meglio un letto nel nostro ospedale Cervello che in qualsiasi struttura lombarda.

SCANDALO SULL’ALISCAFO

E poi abbiamo scoperto che non ce n’è coviddi era il mantra dominante persino quando era più che legittimo avere paura. Educazione e regole dovrebbero fondersi, non essere alternative e neppure la prima dovrebbe sostituirsi alle seconde. E invece capita che in un aliscafo, alla chiusura del primo week end di speranza per il turismo delle Egadi, c’è sempre qualcuno che ignora le regole e dimentica le buone maniere: niente mascherina e piedi sulle poltrone. È il caso di dire che non ce n’è coviddi e neanche educazione.