Crescere ma non invecchiare: il costante divenire del palermitano Calvaruso

Un testo che ci consegna una chiave differente sul tema dell’età che avanza, dove è l’uomo a dominare il tempo e non viceversa

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“Un costante divenire più che diventare” è un libro dello scrittore palermitano Giacomo Calvaruso, edito da “All’insegna dell’Ippogrifo”. Il testo si presenta come un’abile composizione di pensieri e valutazioni, un “piccolo manuale sul tempo”, da cui l’uomo però non deve farsi sovrastare, diventandone invece egli stesso padrone. Riflessioni nate un po’ per gioco, su un taccuino di appunti colmo di esperienze da cui l’autore ha tratto ispirazione per costruire, come lui stesso afferma, un “salvagente” da utilizzare in quei momenti in cui ci si sente erroneamente “vecchi”.

In un epoca dominata dalla frenesia lo scrittore, invece, ha deciso di fermarsi un attimo. Si è fermato a ponderare sulle diversità tra passato e presente, tra ciò che era e ciò che è. Il tutto in una chiave nuova, che rifugge dai classici “rimpianti dell’andata gioventù” per proiettare il lettore verso una rinnovata consapevolezza.

LA “DIVERSA FORZA” DOPO MEZZO SECOLO

Il testo di Calvaruso è semplice e scorrevole, tanto da potere essere apprezzato ad ogni età. Tuttavia la chiave di lettura di un ventenne sarà difficilmente la stessa di chi, come lo stesso scrittore, ha un’esperienza di vita datata mezzo secolo. Il motivo di ciò non è intellettivo, ma semplicemente pratico. Quando si è giovani, infatti, si sente di avere l’energia per “spaccare tutto”, e di fermarsi non si avverte né il motivo né la voglia. Ma è proprio quando questa energia diminuisce, quando le forze diventano carenti che non ci si deve guardare alle spalle con tristezza e malinconia, ma imparare a “godersi un po’ di immortalità e finalmente intuire che la vita sta per ricominciare”.

L’autore, prima di cimentarsi nella scrittura di “Un costante divenire più che diventare”, ha intrapreso un percorso interiore da cui ha tratto fiducia e ispirazione. “Realizzare alcune piccole verità è stato lo slancio per volere buttare due righe nero su bianco. – Ci dice Giacomo Calvaruso – Il resto lo ha fatto l’ idea stessa di non fare svanire nel tempo ciò che avevo realizzato, che è prima di tutto un piccolo testamento filosofico dal quale attingere in prima persona nei momenti di impasse. La meditazione, lo yoga e la scoperta di alcuni maestri dell’India ha avviato una fase di ricerca e sperimentazione, da cui successivamente è nato il libro“.

“PRENDERE IN MANO LA PROPRIA VITA”

Il testo riconduce l’individuo al suo normale approcciarsi con l’ambiente circostante e fa scoprire che l’età, non quella biologica, è solo un fatto di testa. – Evidenzia lo scrittore Giovanni Teresi nella postfazione al libro di Calvaruso – Il percorso di riflessione su come si sviluppa e diviene il soggetto nel corso della propria esistenza,  intesa come movimento verso il prendere qualitativamente in mano la propria vita, si intreccia inevitabilmente con il divenire del percorso di formazione teorica, di esperienza clinica, ma anche di analisi e vicissitudini personali.

Oltre a Teresi, autore marsalese che ha conseguito diversi riconoscimenti per la poesia e la letteratura, anche lo scrittore palermitano Tommaso Romano, in una nota a margine del testo, ha voluto evidenziare i tratti unici che caratterizzano il testo di Calvaruso: “Una riflessione a tutto tondo, proposta come una sorta di architettura di pensiero che affronta con ironia filosofica e con decisione esistenziale le domande di fondo, gli interrogativi del singolo, partendo dal sé. Un viaggio interiore, – prosegue Romano – che mette in relazione il corpo con la mente che lo regola. Il divenire concepito come cammino che non si piega al passato, che accetta il rischio e l’azzardo, con il distacco, quasi beffardo, che assegna al ‘fare’ un peculiare compito decisivo.”

Ulteriori informazioni sul testo, la cui ultima edizione è disponibile da gennaio 2021, si possono ottenere consultando la pagina facebook Un costante divenire più che diventare.