Crisi di governo, ora si ragiona sul voto: ecco la possibile data

Al momento due opzioni sembrano essere quelle più valide: il 18 e il 25 settembre

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Mario Draghi ha rassegnato le dimissioni dalla carica di Presidente del Consiglio al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Al momento il governo rimane in carica per il disbrigo degli affari correnti.

Una decisione già preannunciata e che arriva dopo il voto di ieri in Senato. Con Lega, Forza Italia e M5s che non si sono presentati, il governo ha ottenuto 95 sì e 38 no. Fiducia, quindi, ma senza maggioranza.

Si inizia quindi a parlare di voto e delle possibili date. Al momento due opzioni sembrano quelle più valide: il 18 e il 25 settembre. A dirlo sono fonti di governo che sottolineano la volontà di velocizzare le operazioni. Si allontana quindi l’ipotesi del 2 ottobre. È necessario infatti avere il prima possibile un governo nel pieno delle proprie funzioni nonché il tempo utile per disegnare la legge di bilancio e raggiungere gli obiettivi del Pnrr del secondo semestre dell’anno.

Un ostacolo alla data del 25 settembre avrebbe potuto essere costituito dalla coincidenza con le festività del capodanno ebraico. Tuttavia, l’Unione delle Comunità ebraiche Italiane (Ucei) con una nota ha fugato ogni dubbio.

“In merito all’opzione emersa dagli organi di stampa di elezioni il 25 settembre alla vigilia di Rosh haShanah, il capodanno ebraico, l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane chiarisce che la data non pone ostacoli – si legge -. La solennità che inizia la sera consente ai fedeli di religione ebraica di esercitare il proprio diritto al voto nelle ore precedenti. La preoccupazione è naturalmente per le sorti del paese, con una profonda crisi politica che si aggiunge alle gravissime questioni economico-finanziarie, sociali e umanitarie sulle quali il governo e le massime istituzioni erano impegnate”.

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