Crisi disoccupazione 2025, chi perde il lavoro rischia di perdere tutto: migliaia di famiglie tagliate fuori dagli indennizzi
Tempi duri per chi non ha un impiego, nel 2025 si rischia di perdere la misura di sostegno a cui si ha diritto
Nel 2024, il governo italiano ha introdotto diverse misure per sostenere i disoccupati, mirate non solo a fornire un aiuto economico, ma anche a favorire il loro reinserimento nel mercato del lavoro. Questi strumenti comprendono indennità di disoccupazione, percorsi di formazione e orientamento, e incentivi per l’avvio di nuove attività imprenditoriali. L’obiettivo è duplice: alleviare le difficoltà economiche legate alla mancanza di lavoro e offrire nuove competenze per facilitare il reimpiego.
I bonus attivi per i disoccupati, sono stati riconfermati per il 2025 e possono essere suddivisi in tre principali categorie: indennità di disoccupazione, che offrono un supporto economico immediato; politiche attive del lavoro, volte a formare e orientare i candidati; e bonus speciali che, pur riconosciuti anche in costanza di lavoro, continuano a spettare ai disoccupati. Ogni misura è stata pensata per adattarsi a specifiche categorie di lavoratori, offrendo una rete di sostegno diversificata e articolata.
Tra le principali forme di sostegno al reddito figura la Naspi, riservata ai lavoratori subordinati che hanno maturato almeno 13 settimane contributive negli ultimi 4 anni. L’indennità, pari al 75% dello stipendio medio (con un massimo di 1.550,42 euro al mese), viene erogata per un periodo pari alla metà delle settimane contributive accumulate, fino a un massimo di 24 mesi. È possibile richiedere il pagamento in un’unica soluzione, ma solo se si intende avviare un’attività autonoma.
Un’altra indennità importante è la Dis-Coll, destinata a collaboratori coordinati e continuativi, assegnisti e dottorandi. Per accedervi, è necessario avere almeno un mese di contribuzione nella Gestione Separata. L’importo, calcolato in base al reddito imponibile ai fini previdenziali, prevede gli stessi massimali della Naspi. A questa si aggiunge il Sostegno al Reddito (Sar), erogato ai lavoratori somministrati che, soddisfatti determinati requisiti, possono ricevere un bonus fino a 1.000 euro.
Misure per lavoratori agricoli e Assegno di Inclusione
Anche i lavoratori agricoli hanno diritto a un’indennità specifica: la Disoccupazione Agricola, calcolata sulla base delle giornate lavorate nell’anno precedente. Per accedere al beneficio, è necessaria l’iscrizione negli elenchi nominativi dei lavoratori agricoli e almeno 102 contributi giornalieri nel biennio precedente. L’importo, pari al 40% della retribuzione di riferimento, è soggetto a una trattenuta del 9% per contributo di solidarietà, e può essere richiesto una volta all’anno.
Accanto alle indennità, il 2024 prevede politiche attive per il reinserimento lavorativo. Tra queste spicca l’Assegno di Inclusione, riservato alle famiglie con minori, disabili o anziani over 60. Tuttavia, i disoccupati considerati occupabili senza carichi familiari non sono automaticamente beneficiari. Per questi ultimi, è disponibile il Supporto per la Formazione e il Lavoro (SFL), che prevede un bonus di 350 euro mensili, erogato per un massimo di 12 mesi, legato alla partecipazione a corsi di formazione o altre attività di orientamento. Un’opportunità per chi ha un Isee inferiore a 6.000 euro e non beneficia di altre forme di sostegno come l’Assegno di Inclusione.
Bonus e strumenti specifici per disoccupati
L’indennità di malattia è garantita per chi, entro 60 giorni dalla cessazione del contratto, si ammala e certifica la condizione con un medico. L’importo, variabile tra il 50% e il 66,66% della retribuzione media giornaliera, viene erogato fino al 180° giorno di malattia. Un altro esempio è il congedo matrimoniale, riconosciuto a chi, nei 90 giorni precedenti il matrimonio o l’unione civile, ha lavorato almeno 15 giorni alle dipendenze di aziende specifiche. In questo caso, si ha diritto a un’indennità sostitutiva pari a 7 giorni di retribuzione.
Le lavoratrici disoccupate possono accedere al congedo di maternità obbligatorio della durata di 5 mesi, a condizione che abbiano cessato l’attività lavorativa non oltre 60 giorni prima dell’inizio del congedo. L’indennità, pari all’80% dell’ultima retribuzione percepita, spetta anche alle donne che, pur non avendo diritto alla Naspi, hanno maturato almeno 26 contributi settimanali negli ultimi due anni. Per chi non soddisfa i requisiti contributivi, c’è il bonus maternità comunale, che nel 2024 ammonta a 2.020,85 euro ed è riservato alle madri con un Isee inferiore a 20.221,13 euro. Questo strumento rappresenta un valido sostegno per le famiglie in difficoltà economica.