“Cu’ nesci arrinesci”. Qualsiasi siciliano ha sentito dire almeno una volta nella propria vita questo amarissimo detto che potremmo tradurre con “Chi lascia la Sicilia, riesce a farcela nella vita”. Nella nostra terra, tanto amata quanta agognata, la frase ha assunto negli anni quasi una forma imperativa: “Vuoi inseguire i tuoi sogni? Allora devi andartene da qui”. Come se restare significasse lasciarsi illudere dalla bellezza che incanta e che rende prigionieri, intrappolando ambizioni e progetti.
Un luogo comune che assume i contorni di una dolorosa cicatrice che tantissimi giovani diplomati e laureati si portano addosso, in un viaggio di fortuna e speranza con il proprio trolley al seguito. Una sconfitta per chi ama profondamente la Sicilia e che lotta ogni giorno per poter restare nella terra in cui è nato.
Se non fosse che un bel giorno, la compagnia aerea EasyJet decide di fare di questo detto un proprio slogan, creandone quasi motivo di vanto. “Per inseguire i tuoi sogni, devi essere pronto a volare lontano. Ma non preoccuparti, c’è pur sempre il volo di ritorno”, si legge in alcuni cartelloni affissi all’aeroporto Falcone e Borsellino di Palermo. “Questo ‘detto’ fa schifo, e vederlo in un aeroporto è una sconfitta. Nasci in Sicilia? Vai via, fuggi!”, commenta Yuri Patti condividendo la foto sui social.
Così, come se non bastassero già le deludenti classifiche di qualità e standard di vita, i tassi di disoccupazione e povertà giovanile, arriva anche la compagnia aerea che ti sbatte la realtà nuda e cruda in faccia.
E no, non riusciamo neanche più a farci una risata nonostante “il volo di ritorno”, considerata ancora aperta la battaglia contro il caro-voli con prezzi alle stelle, alcuni talvolta superiori rispetto ad un canone di affitto.
Perché anziché cavalcare l’onda dell’emigrazione giovanile in Sicilia, guardando quest’ultima quasi con un ghigno, non si decide di coltivare insieme il coraggio di restare? Qualcuno già lo fa. “Si Resti Arrinesci”, ad esempio. Si tratta di una lodevole iniziativa, un’organizzazione giovanile che vuole lasciarsi alle spalle il vecchio detto per lanciarne uno nuovo. Restare per cambiare. Restare per realizzarsi. Lottare ogni giorno affinché possiamo dettare noi le condizioni per poter scegliere liberamente di partire e tornare, senza pregiudizi o stigmi sociali di alcun genere. Bisogna solo decidere da che parte stare.