Cucù, ti vitti e zecchinetta: i giochi da fare con le carte siciliane a Natale

In Sicilia ogni scusa è buona per giocare a carte, uno degli intrattenimenti più amati di sempre. Sotto le feste poi, diventa un vero e proprio mantra!

Sono tanti e diversi i giochi di carte della nostra tradizione che ancora oggi divertono proprio tutti, dai più grandi ai piccini.

Le carte siciliane

Simili a quelle napoletane, le carte siciliane appartengono al gruppo dei semi latini. Le loro origini non sono note con certezza, ma quel che si sa è che sono state parecchio incentivate dalla dominazione e dalla cultura spagnola e araba. La loro popolarità è poi aumentata notevolmente nell’epoca del Rinascimento, quando le costose carte dipinte a mano su pergamena vennero rimpiazzate da quelle stampate con la tecnica della xilografia.

“Cucù”

Tra gli immancabili giochi con le carte siciliane, c’è il “Cucù”. Se avete almeno una volta sentito dire “Ma con o senza morto?”, sapete benissimo di cosa stiamo parlando. Ma per chi non lo sapesse, ecco come si gioca! Ad ogni giocatore viene assegnata una carta. L’obiettivo del gioco è quello di scambiare la propria carta con quella del vicino qualora il punteggio della propria sia basso, con la speranza di ottenerne una più alta. Il gioco prosegue così finché non esce un re a interrompere il giro: “Cucù”.  A questo punto, vengono scoperte le carte di tutti i giocatori e chi ha la carta con il valore più basso perde una delle tre “vite” disponibili. Una volta esaurite le tre possibilità, il partecipante è eliminato. Se si decide di giocare a “Cucù col morto”, l’eliminato può rientrare in partita se riesce a “far parlare” uno dei giocatori ancora seduti al tavolo.

“Ti vitti”

Altro tipico gioco siciliano è il “Ti vitti“.  Un mazziere distribuisce a ciascun giocatore, compreso a se stesso, un numero uguale di carte in modo casuale e a seme coperto. Queste, andranno disposte in un mazzetto alla destra di ciascun giocatore che non può né guardarle né decidere la sequenza. Al centro del tavolo si accumuleranno, con il progredire del gioco, tutte le carte dello stesso seme iniziando dagli assi. Lo scopo del gioco è esaurire il proprio mazzo di carte prima degli altri, scoprendo a turno la propria carta in cima al mazzo. A rendere più movimentata la situazione, l’interferenza degli altri giocatori che intervengono dicendo “Ti vitti!” (“Ti ho visto!”) quando uno dei partecipanti ha la possibilità di piazzare una carta e non lo fa. Una volta “scoperto”,  il giocatore è costretto a tornare indietro.

“Zecchinetta”

Un altro gioco originario è la “Zecchinetta”. Prima che le carte vengano distribuite ai giocatori, i partecipanti devono effettuare delle previsioni sul valore delle carte estratte dal banco, che stabilisce le puntate minime e massime. Questi colloca due carte scoperte verso il centro del tavolo ed una scoperta davanti a sé. Quest’ultima è la carta del banchiere, mentre le prime due sono quelle dove i giocatori possono puntare. Quando le puntate sono state fatte, il banchiere scopre la quarta carta del mazzo: se è uguale ad una delle carte dei giocatori, il Banco vince tutte le puntate messe sulla carta; se è uguale alla sua carta, paga alla pari tutte le puntate messe sulle due carte dei giocatori; se la quarta carta è diversa dalle tre carte scoperte, la colloca a fianco delle prime due e anche su di essa i giocatori possono piazzare nuove puntate.

Fonte foto: skuola.net

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