Cuffaro ritorna sulla gaffe «I am a drink», “Non giudicatemi per i lapsus”

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Totò Cuffaro utilizza l’autoironia per rilanciare il suo messaggio politico.

E ricorda: “Il clamore mediatico suscitato dal lapsus sulla celeberrima frase del mai abbastanza ricordato Martin Luther King”. Proprio per citare quest’ultimo, storpiandolo, il segretario nazionale della Democrazia Cristiana aveva detto, in un’intervista, “I’m a drink” (al posto di “I have a dream”). Gaffe in tv che è diventata virale rimbalzando sui social e i programmi televisivi.

“Su tale lapsus mi è capitato di inciampare, complici un inglese malfermo, che neanche a scuola è mai stato il mio forte, e un accento agrigentino del quale francamente sono sempre andato fiero – dice Cuffaro – ma evidentemente ce n’è abbastanza per fare storcere il naso ai tanti frequentatori del web che, forse, immaginano l’impegno politico come l’esercizio di un circolo riservato alla frequentazione di elite illuminate. Il fatto è che in questa sardonica corrente mediatica, dalla quale mi tocca essere trascinato, manca qualcosa che, a mio avviso, ha molto a che fare, invece, con la politica. Sintetizzerei questo qualcosa con due parole intimamente connesse tra loro: popolo e ideale”.

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