Il cuore d’oro di Palermo con il contributo americano: la storia di mamma e figlia ucraine

Lo scorso 26 marzo una giovane mamma di 33 anni e la figlia di 8 sono arrivate dall’Ucraina alloggiando per qualche giorno in una casa vacanza nel centro del capoluogo

maya

Una storia di solidarietà che riempie il cuore di gioia quella che unisce Palermo e Stati Uniti che insieme sono riusciti ad aiutare una mamma di 33 anni, Maya, e la figlia di 8, Anastasia scappate dalla guerra in Ucraina. Massimo Di Martino, titolare di una casa vacanza nel centro storico del capoluogo e la moglie Germana, grazie all’Associazione Culturale Italiana Di New York di Tony Di Piazza con il contributo di Frank Bagatta,  Joseph Ficalora, e al cuore d’oro di tanti palermitani, è riuscito a ridare una piccola speranza di rinascita a una giovane mamma e alla sua bambina che improvvisamente si sono ritrovate senza nulla.

A raccontare come è nata questa commovente storia è lo stesso Massimo, contatto dalla redazione di Palermo Live. “Ho una casa vacanza che prima del lockdown ospitava gli artisti del cineclub Cinematocasa, unica sede dell’Unione Italiana Circoli del Cinema di Sicilia, attività che al momento è ferma. Ho aderito a un’iniziativa di Booking che permetteva di ospitare le persone che scappavano dall’Ucraina“. In Italia sono solo 98 le strutture ricettive che si sono messe a disposizione per aiutare il popolo ucraino. “Un giorno mi è arrivata la richiesta di prenotazione per quattro giorni di Maya, insieme alla figlia, che ho accolto volentieri“; un viaggio lungo quello affrontato da madre e figlia che hanno attraversato tutta l’Ucraina, l’Ungheria, l’Austria e parte dell’Italia.

L’ARRIVO A PALERMO DOPO UN LUNGO VIAGGIO

Sabato 26 marzo a mezzanotte Maya e Anastasia arrivano in via Maqueda, dove si trova la casa vacanza di Massimo. “Da quel momento con la donna e sua figlia è nata una bellissima sinergia, Maya è una persona forte – continua  -. Dopo quattro giorni purtroppo le ho detto che non potevo ospitarle a casa mia, ma che le avrei aiutate a cercare casa. Ho pubblicato quindi un post su Facebook che è diventato virale. Ho ricevuto centinaia di proposte nel giro di poche ore“. Tra queste quella dell’imprenditore italo-americano Tony Di Piazza, ex socio della squadra di calcio del Palermo, che ha contatto telefonicamente Massimo: “Non lo conoscevo onestamente. Il signor Di Piazza mi ha detto che mi avrebbe dato due mila dollari per affittare casa senza volere nessuna garanzia. Così è stato“.

Nel frattempo Maya e Anastasia sono andate a vivere temporaneamente a casa di un’amica di Massimo Di Martino e da oggi, giovedì 13 aprile,  andranno a vivere per almeno quattro mesi in una casa in via Resuttana. Tantissima  la solidarietà dei palermitani: “Tutti si sono adoperati per loro. Una palestra ha offerto gratuitamente due volte a settimana lezioni di danza alla bambina che è ballerina; mentre un’altra amica mia, Antonella Bongiovanni, ha aiutato la madre della piccola ad aprire un conto corrente e nei pagamenti. Le ho anche messe in contatto con le suore delle Ancelle dove all’interno si trova un’associazione che si occupa dei rifugiati“.

A MARIUPOL MAMMA E FIGLIA HANNO PERSO TUTTO

Maya e Anastasia vivevano insieme al marito a Mariupol, tra le città più colpite dai bombardamenti dei russi. La ragazza gestiva un lido-bar “Bro” molto alla moda mentre l’uomo è un informatico ed è fuggito in un’altra città. “Maya e il marito si riescono a sentire via messaggio, ma del resto della famiglia la ragazza non ha notizie“, racconta Massimo. “Non si sa che fine hanno fatto sua madre e il fratello, sono irreperibili. Storie del genere fanno capire quanto siamo fortunati: Maya e Anastasia insieme al padre avevano una bella vita, fatta di lavoro, una bella casa, un’auto. E all’improvviso, si sono ritrovate senza nulla. Sono arrivate a Palermo con solamente una grande valigia e dei soldi“.

La bambina è stata ricoverata per una settimana all’Ospedale dei Bambini per febbre alta, ma fortunatamente adesso sta meglio. “Con l’aiuto di tre italo-americani siamo riusciti a trovare una casa a Maya e Anastasia – dice a Palermo Live la donna palermitana che per circa due settimane ha ospitato madre e figlia -. La bambina è stata molto male, ma ora sta  meglio, anche se è ancora debole. Ho letto il post di Massimo Di Martino, attraverso un’amica e mi sono messo a disposizione per ospitarle. Le sono andate a prendere, poi ho fatto la registrazione alla Questura: è andato tutto bene. Con loro comunico attraverso il traduttore e anche grazie a una mia amica ucraina. La bambina è stata iscritta a scuola, speriamo che dopo Pasqua in maniera graduale possa iniziare e stare con gli altri bambini. Una cosa bella. Passeggiano, guardano la tv, la bambina vede anche cartoni in ucraino e piano piano impareranno l’italiano“.

LE REAZIONI DALL’AMERICA

Vedendo quotidianamente le immagini di sofferenza del popolo ucraino, tra cui molti bambini, non si poteva rimanere indifferenti“, afferma a Palermo Live Tony Di Piazza.  “Sono un orgoglioso membro dell’Associazione Culturale Italiana Di New York – dice Frank Bagatta, l’americano che ha contribuito ad aiutare insieme a Di Piazza e Joseph Ficalora, Maya e Anastasia – . La nostra organizzazione è guidata e diretta dalla guida instancabile di Tony Di Piazza. Come italoamericani, la nostra missione è diffondere la cultura e l’orgoglio della nostra eredità italiana, con la grandezza dell’America. Di Piazza ha portato alla nostra attenzione la necessità di una famiglia ucraina in cerca di rifugio dopo essere sfuggita all’invasione della propria patria”.

Per Bagatta aiutare il prossimo è un segno di libertà e prosperità. “L’America è un grande paese – dice -perché nell’arco della sua storia, anche con i suoi difetti, il popolo americano si è piegato sempre più verso la libertà e gli standard di giustizia e giustizia di Dio, producendo così più libertà e prosperità per la maggior parte del suo popolo di qualsiasi altro paese nella storia. È nostro dovere giurato restituire le cose perse a persone non fortunate come noi. La mia decisione di affittare una casa per una madre e figlia rifugiata ucraina fa parte di quello che facciamo…. Siamo italoamericani!”, ha concluso Bagatta.

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