“Scegliendo di volare su aeroporti minori, come Trapani e Comiso, grazie ad accordi di co-marketing, le compagnie aeree low-cost hanno contribuito a sviluppare una cultura d’impresa legata alla valorizzazione del territorio. È una realtà che non si può sottacere e alla quale la Sicilia non può e non intende rinunciare“. Lo afferma l’assessore dei Beni culturali e dell’Identità siciliana Alberto Samonà che appoggia le perplessità portate dal collega Manlio Messina, che per la Sicilia ha la delega al Turismo. La volontà è quindi quella di rimuovere con immediatezza, le misure del decreto Cura Italia che mettono in un angolo le compagnie aeree minori
A tal proposito, l’assessore spiega anche come questa sarebbe una grave e pesante perdita di posti di lavoro che è già venuto a mancare nei 3 mesi di lockdown “Studi di settore – precisa Samonà – evidenziano, infatti, come ogni milione di passeggeri ha la capacità di generare mille posti di lavoro nell’indotto. Ed è innegabile che una provincia come Trapani, fino a qualche anno fa fuori dai circuiti turistici, è solo grazie alle compagnie low-cost che ha avuto l’opportunità di esplorare le proprie potenzialità e costruire una cultura imprenditoriale basata sulla valorizzazione del patrimonio ambientale, archeologico e monumentale, sulla feste tradizionali, sulla cucina, sui festival“.
“La Sicilia è un’isola; ovvio che il primo problema sia quello legato alla connettività, ai collegamenti, soprattutto quelli aerei – conclude Samonà – . Qualsiasi politica che favorisce una contrazione dei voli – legata all’aumento dei prezzi o alla riduzione delle tratte – finirebbe per rappresentare una chiara volontà di compromettere irrimediabilmente lo sviluppo economico della Sicilia“.