Dai babbaluci allo scaccio, le tradizioni del Festino di Santa Rosalia | VIDEO

babbaluci

È tutto pronto per il 399° Festino in onore di Santa Rosalia. Tra le tante tradizioni del Festino, uno degli aspetti più affascinanti è la ricca e variegata offerta dei cibi della tradizione che deliziano i palati di tutti i partecipanti. Dai babbaluci allo scaccio, dalle pollanche al “muluni”, il Festino è un paradiso gastronomico per i palermitani e non.

IL FESTINO DI SANTA ROSALIA

Ogni anno, il 14 luglio, Palermo si trasforma in un tripudio di colori e suoni per celebrare il Festino di Santa Rosalia. Questa festa tradizionale, dedicata alla patrona di Palermo, Santa Rosalia, giunta alla sua 399° edizione, è un momento di gioia e festeggiamenti per tutti i cittadini e i tanti visitatori che accorrono in città in onore della Santuzza.

Il Festino di Santa Rosalia a Palermo è una celebrazione unica che abbraccia l’anima culinaria di Palermo. Dai babbaluci allo scaccio, dalle pollanche al “muluni”, il Festino è un paradiso gastronomico per gli amanti del cibo.

Le vie del centro storico, infatti, si tingono di fragranze e sapori, e tra gli ambulanti di cibo da strada, è possibile trovare una varietà di delizie culinarie. Dal Cassaro al Foro Italico, dove si conclude il corteo e si svolge lo spettacolare show pirotecnico, è una vera e propria esplosione di bancarelle che offrono una vasta gamma di piatti tipici.

I BABBALUCI E LO SCACCIO

Durante le celebrazioni in onore della Santuzza, i babbaluci, piccole lumache di terra, sono una prelibatezza molto apprezzata dai palermitani. Questi sono raccolti, lavati e cotti lentamente con una varietà di aromi, come aglio, prezzemolo e pepe per creare un sapore ricco e succulento. Mangiare i babbaluci, uno ad uno, con l’aiuto di uno stuzzicadenti, è un vero e proprio rito, un’esperienza culinaria, spesso accompagnata da un bicchiere di vino locale.

Immancabile lo scaccio, composto da calia, simenza e noccioline, il passatempo preferito da sgranocchiare durante la sfilata del carro, nell’atmosfera festosa in onore di Santa Rosalia. La calia si prepara tostando i ceci e poi salandoli. La simenza, invece, si ricava dai semi di zucca, tostati in padella fino a quando diventano croccanti e dorati.