Dal potere al baratro, i 1768 giorni di Cuffaro in un documentario: “Ho sbagliato e ho pagato” – VIDEO

1768 giorni sono quelli che l’ex Presidente della Regione Siciliana ha trascorso in carcere, condannato nel 2010 a sette anni di reclusione per favoreggiamento a Cosa nostra

Presentato ieri pomeriggio, presso il cinema multisala Politeama di Palermo, “1768 giorni”, il documentario su Totò Cuffaro.

La pellicola del regista Marco Gallo, che ha seguito l’ex presidente della Regione dalla sua uscita dal carcere fino ad oggi, accompagnando e filmando i suoi giorni in Burundi, il periodo della pandemia, il ritorno in politica, racconta parte della sua vita, prima e dopo l’esperienza del carcere. Un documentario dove emerge il lato umano del politico, passato dal potere al carcere fino alla riabilitazione. Il ricavato della serata è stato interamente devoluto all’associazione Aiutiamoilburundi onlus e contribuirà a far vivere e studiare i tanti bambini orfani del Burundi.

1768 giorni sono quelli che l’ex Presidente della Regione Siciliana ha trascorso in carcere, condannato nel 2010 a sette anni di reclusione per favoreggiamento a Cosa nostra. Nel 2023, il Tribunale di Sorveglianza di Palermo emette un’ordinanza che fa cadere l’interdizione dai pubblici uffici nei confronti dell’ex governatore siciliano, che negli anni ha sempre dichiarato di avere piena fiducia nelle Istituzioni. 

La pellicola mostra il lato fragile dell’uomo che è passato dall’essere il più potente in Sicilia a quello più odiato e disprezzato dalla sua gente, ripercorrendo alcune tappe fondamentali della sua vita. La prima drammatica notte in carcere, i compagni di cella suicidatosi, la lontananza dalla propria famiglia e dalla propria terra, la morte del padre, la solitudine. Ma anche dei nuovi progetti, della campagna di solidarietà in Burundi, il ritorno in politica, del suo ‘restituirsi alla vita’. 

L’immagine che vien fuori dal documentario di Marco Gallo, con interviste inedite, è quella che si discosta dal “Totò vasa vasa”, mostrando un uomo consapevole dei propri errori, che ha pagato, e che non ha mai smesso di credere nelle Istituzioni. 

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